“Il caldo persistente e fuori stagione – afferma Federmoda-Confcommercio Modena – sta diventando un’autentica emergenza, mettendo a dura prova, per l’ennesima volta negli ultimi anni, il settore dell’abbigliamento: le temperature quasi estive, infatti, stanno facendo rinviare gli acquisti dell’abbigliamento invernale, con il risultato che in media le vendite sono in calo del 10% con punte del 30% per i negozi di calzature”.
E’ ciò che emerge da un sondaggio svolto negli scorsi giorni su un panel di negozi modenesi del settore moda associati Federazione Moda Italia – Confcommercio Modena.
Nello specifico, i dati parlano chiaro: il mese di settembre si è chiuso con un calo medio di vendite attorno al 10%, registrato dal 65% dei negozianti intervistati; segnali positivi arrivano solo dal 17% dei commercianti, che ha evidenziato un trend lievemente positivo, in particolare nel segmento dei capi di abbigliamento e il restante 18% rivela di aver mantenuto un andamento stabile del proprio business.
“A differenza degli anni passati – continua Federmoda-Confcommercio – quando questo era il periodo dell’anno in cui si iniziavano a guardare le vetrine dei negozi per comprare le giacche e gli abiti autunnali, oggi il caldo record sta orientando gli acquisti verso t-shirt e vestiti e scarpe estivi con conseguenze negative per il commercio di moda al dettaglio. I negozi, infatti, sono in bilico tra il rinvio degli acquisti di maglioni, giubbotti e calzature invernali, da un lato, e, dall’altro, magazzini sempre più pieni, sfide finanziarie legate alle scadenze dei pagamenti, spese generali elevate ed affitti che seguono l’aumento dell’inflazione”.
“Come Associazione di categoria – prosegue la nota – riteniamo che le soluzioni utili a fornire un supporto al settore del fashion retail siano due: un accordo di filiera con i fornitori per prorogare le scadenze dei pagamenti autunnali, affiancato da un intervento delle istituzioni governative volto a favorire il calo dei costi di locazione e da una tassazione meno elevata”.
“E’ fondamentale mettere sul tavolo della discussione il patto di filiera con i fornitori per prorogare le scadenze dei pagamenti autunnali, gli aumenti di listino ed il mantenimento dei budget stabiliti dall’industria della moda non sono più sostenibili dal punto di vista economico né per i commercianti né per gli stessi consumatori, alle prese con i rincari generalizzati: fino ad oggi i commercianti hanno cercato di contenere i rincari dei listini riducendo i propri ricavi per rendere i costi gli articoli accettabili dai clienti, ma oggi questo non è più possibile”.
“Ci aspettiamo un’attenuazione delle imposte – conclude il comunicato di Federmoda-Confcommercio Modena – a partire dalla riduzione dell’IVA al 10% sugli articoli di moda, in particolare su quelli italiani e sostenibili. I negozi di abbigliamento rivestono un ruolo importante per la nostra città, contribuiscono alla crescita non solo economica, ma anche sociale e perderli sarebbe un danno per l’intera comunità”.