Aderire allo screening mammografico riduce il rischio di mortalità del 56% per il tumore al seno, il più diffuso nelle donne nonché la prima causa di morte delle donne in Europa. Diagnosticare precocemente il tumore al collo dell’utero riduce del 50% mortalità e nel tempo ha ridotto del 40% l’incidenza di nuovi tumori. Con lo screening del colon-retto la mortalità negli uomini si è ridotta del 65% e nelle donne del 54%, mentre l’incidenza dei tumori è calata del 33% negli uomini e del 21 % nelle donne.
Pochi, semplici dati che mettono in luce quanto sia importante una diagnosi precoce per ridurre drasticamente il rischio di morte a causa dei tumori al seno, al collo dell’utero e al colon-retto, ma anche per individuare le lesioni “precancerose”, ancora prima che queste si trasformino in tumori, intervenendo tempestivamente. Una diagnosi precoce che da tempo è possibile grazie agli screening oncologici e che va associata a uno stile di vita sano.
Sono queste le due linee direttrici delle iniziative che costellano l’Ottobre Rosa, il mese dedicato alla prevenzione dei tumori. Fare prevenzione, dunque, è una questione di vita, e le iniziative, organizzate grazie alla forza e alla capillarità delle tante associazioni di volontariato del territorio, lanceranno un unico importante messaggio: lo screening funziona, la prevenzione può salvare la vita.
Lo Screening mammografico (dati al 31-12-2022) prevede l’esecuzione della mammografia annuale per le donne di età compresa tra i 45 e i 49 anni e ogni due anni per le donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni. Nel corso del 2022 sono state oltre 84mila le lettere inviate al target di riferimento e l’adesione è stata del 76,1% (media regionale del 71,3%).
“L’Ottobre rosa rappresenta l’occasione per rinnovare alle donne l’invito a partecipare consapevolmente al programma di Screening Mammografico – spiega Rachele Battista, Responsabile del programma di screening alla mammella –, prendendosi cura di sé attraverso un semplice esame, la Mammografia, che potrebbe modificare il proprio stato di salute. Il programma di Screening è gratuito, cioè ogni prestazione necessaria per giungere alla diagnosi è a carico del Servizio Sanitario Nazionale. L’invito attivo garantisce equità all’accesso. In caso di diagnosi tumorale, la donna viene accompagnata nel suo percorso terapeutico con la presa in carico dei professionisti afferenti alla Breast Unit di Modena e di Carpi. Il successo dello Screening mammografico è quello di aver individuato 350 forme tumorali (donne aderenti: 61.708), di cui l’87,5% in fase precoce, cioè forme tumorali che vanno incontro a una chirurgia conservativa e che spesso non necessitano di chemioterapia, con una buona qualità della vita”.
Per lo Screening al collo dell’utero (dati al 31-12-2022) a partire da quest’anno le donne nate dal 1998 in poi che si sono vaccinate contro l’HPV con almeno 2 dosi prima di aver compiuto 15 anni, riceveranno l’invito al primo test di screening a 30 anni (e non più a 25). Lo screening prevede l’esecuzione del Pap test ogni tre anni per le donne di età compresa tra i 25 ed i 29 anni se nate prima del 1998 e alle nate dal 1998 in poi se non vaccinate con almeno due dosi di vaccino HPV entro i 15 anni. Prevede l’esecuzione del test HPV ogni 5 anni per le donne di età compresa tra 30 e i 64 anni.
Nel 2022 le lettere inviate alla popolazione rientrante nella fascia di prevenzione gratuita sono state quasi 45mila con un tasso di adesione del 70,9% (media regionale del 65,3%).
“Il programma di screening della cervice uterina consente di identificare precocemente lesioni displastiche del collo uterino secondarie a infezione da virus Papilloma e, quando necessario, di trattarle prima che queste possano evolvere in lesioni maligne – aggiunge Francesca Tortolani Vincent, Responsabile dello Screening del collo dell’utero -. Gli eventuali esami di approfondimento e/o i trattamenti sono offerti gratuitamente e sono gestiti e organizzati all’interno di un percorso sicuro in cui la donna viene accompagnata e seguita da personale qualificato”.
Lo Screening del colon retto viene offerto ogni due anni a donne e uomini di età compresa tra i 50 e i 69 anni e prevede l’esecuzione del test per la ricerca di sangue occulto nelle feci. Gli inviti spediti nel 2022 a donne e uomini rientranti nel target di riferimento sono stati oltre 83mila con un’adesione del 54,1% (media regionale del 53,2%). *Dato al 30 novembre 2022.
“Fare il test per il sangue occulto e fare la colonscopia, oggi sostanzialmente senza dolore, in caso di positività del test – afferma Paolo Trande, Responsabile dello screening del colon retto – è una scelta saggia, che protegge dalla insorgenza della malattia (rimozione dei “polipi” prima che diventino maligni) e garantisce, anche in caso di malattia, una diagnosi molto precoce. Diagnosi precoce significa che spesso la malattia è curabile con la sola endoscopia o con interventi chirurgici mini-invasivi e, dato importantissimo, quasi sempre senza chemio-terapia. Lo screening del colon-retto è semplice, gratuito, in caso di malattia salva la vita e la rende libera da malattia”.
I numeri dimostrano che la popolazione modenese risponde con fiducia agli inviti dell’Azienda sanitaria, ma l’obiettivo è raggiungere tutto il target di riferimento.