In Italia si fanno sempre meno figli: nel 2022 è stato raggiunto il nuovo record minimo di nascite che sono scese per la prima volta sotto le 400mila, il 34% in meno rispetto al 2008. Un trend negativo che si conferma anche nel modenese a causa di diversi fattori: dall’incertezza del lavoro ai problemi economici, all’infertilità.
“Oggi gli individui giovani, siano questi uomini o donne, non considerano il progetto della genitorialità tanto rilevante quanto quello relativo ad esempio al collocamento nel mondo del lavoro, alla carriera o alla soddisfazione personale.
La ricerca della gravidanza – spiega Antonio La Marca, docente UNIMORE e ginecologo del Policlinico di Modena – si sposta quindi sempre più avanti basti pensare che, nel nostro Paese, attualmente, l’età media delle donne in sala parto è di 32 anni”.
Con l’aumentare dell’età però, per le donne diventa molto più complesso restare incinte, “un problema che si pone non tanto alla nascita del primo figlio bensì quando si ricerca il secondo”, prosegue La Marca.
In Italia il numero dei cicli di fecondazione in vitro “è in continua crescita e a fronte di una maggiore domanda vi è ovviamente anche un aumento dell’offerta. L’Emilia Romagna – conclude il ginecologo – è una regione che storicamente ha sviluppato dei buoni programmi di fecondazione in vitro e oggi viene considerata leader in tale materia”.