Sulla vicenda interviene il Comitato Aimag per il territorio di cui si riporta il comunicato stampa:
C’era una volta Aimag.
Cresceva vigorosa e sana; qualcuno la notò e ci fece qualche pensierino forse non del tutto confessabile. Chiederla pubblicamente in sposa avrebbe potuto suscitare invidie e gelosie in famiglia e sarebbe stato alquanto costoso. Meglio tentare di circuire qualche familiare per averla a tempo debito.
La favola purtroppo finisce qui.
Per amore o per interesse le ultime due amministrazioni di Carpi, assieme a Campogalliano, Novi e Soliera hanno costruito nel tempo le condizioni per portare Aimag in Hera, senza che “fosse chiesta ufficialmente in sposa da quest’ultima”.
Non avevano la maggioranza delle quote nel Patto di Sindacato che vigeva per imporre agli altri comuni l’operazione e allora, non avendo successo i corteggiamenti che spaziavano dall’area mantovana alla “Bassa”, hanno costituito un fortino a sud con la complicità di Bastiglia e Bomporto, addirittura due Comuni tra i fondatori di Aimag.
Così raggiunsero il 54,09 delle quote in seno al Patto e il 35,16 in Assemblea dei soci.
Lasciato cadere il Patto di Sindacato, i sei Comuni si sono accordati con Hera per nominare, con la forza di questa inedita maggioranza, comprendente anche la Fondazione CRCarpi, il nuovo Consiglio di Amministrazione di Aimag, indipendentemente dai pareri e dal voto dei restanti 15 Comuni che vengono così esclusi dal governo dell’Azienda.
Carpi, forse conscia che poteva essere dannosa la perdita del controllo pubblico dell’azienda, tenta allora di costituire un nuovo Patto di Sindacato con la sola componente pubblica, nella speranza che questo possa dare copertura alla nuova governance di Aimag.
Nel frattempo però, pendente il ricorso al TAR intentato da 11 dei comuni esclusi dal governo dell’azienda – il cui pronunciamento è atteso per il 14 dicembre -, il nuovo CDA di Aimag procede con atti tesi a consolidare i presidi di Hera nella governance del gruppo e nella principale controllata Sinergas.
Difficile credere che tutto ciò avvenga senza il conforto di precisi indirizzi di quella parte di Soci che hanno nominato il Consiglio.
In questa situazione pare evidente che un nuovo Patto di Sindacato tra soci pubblici sarebbe solo una maschera per coprire la cessione non remunerata del controllo di Aimag ad Hera.
Per i 15 Comuni non complici di questo disegno, si pone ora il problema di giustificare la partecipazione in Aimag senza possibilità di svolgere il controllo previsto dalle norme.
In sostanza: aderire alla copertura di quello che potrebbe essere considerato un danno erariale o prepararsi a utilizzare in modo diverso le quote Aimag?
Fino alla sentenza del TAR non pare che il dilemma possa essere sciolto, in ogni caso, comunque vada, è bene prepararsi ai tempi non brevi della giustizia civile.
Auguri, Aimag, resisti. Il tuo futuro non deve essere questo.
Le prossime elezioni amministrative potrebbero disegnare scenari nuovi con personaggi politici diversi.
Il Comitato Aimag per il Territorio