I bambini non sanno correre e fare le capriole

“Sono banalità ma costituiscono delle priorità che dovremmo avere ben presenti insegnandole a loro fin da piccoli” spiega il direttore della Medicina Sportiva Savino. Il movimento è sempre più presente in diversi percorsi dell’Azienda USL di Modena: dallo sport per gli adolescenti che soffrono di disturbi emotivi di base all’attività fisica per aiutare le persone a smettere di fumare

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Praticare attività fisica per prevenire le patologie croniche e ridurne le conseguenze, per contrastare la demenza senile, per smettere di fumare, per aiutare adolescenti e anziani a socializzare con i loro coetanei. Sono solo alcuni degli ambiti d’intervento in cui si inserisce il servizio Medicina dello Sport dell’Azienda USL di Modena che negli ultimi anni è diventato sempre più trasversale a diversi servizi aziendali. L’attività fisica – progettata e coordinata dagli operatori della Medicina dello Sport diretta da Gustavo Savino –  viene sempre più spesso inserita come attività in alcuni percorsi terapeutici ed assistenziali e, più in generale, viene promossa come elemento fondamentale per mantenere un sano stile di vita. All’interno del Servizio opera un team di specialisti – chinesiologi specializzati in attività motoria preventiva e adattata, dietiste, tecnici di laboratorio, psicologi – che si attivano offrendo alla persona una presa in carico multidisciplinare.

“L’attività motoria – spiega il dott. Savino – deve essere parte della vita di ognuno di noi, ormai lo sappiamo da diversi anni: non solo previene la comparsa di tante patologie che derivano soprattutto dalla sedentarietà, come cardiopatie o aumento del colesterolo, ma un percorso quotidiano di attività motoria può addirittura curarne altre come il diabete di tipo alimentare o migliorare la condizione di chi è affetto da diabete insulino-dipendente, ferma restando la necessità e l’importanza di utilizzare farmaci”.

Dott. Savino, ha suggerimenti particolari per quel che riguarda l’attività motoria? E’ sufficiente camminare o è meglio correre?

“L’attività motoria va bene sempre e comunque purché metta in movimento il nostro apparato cardiovascolare e l’apparato muscolare per un periodo di tempo minimo. Le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono cambiate: per anni  si è parlato dei diecimila passi, che sono sempre e comunque validi, poi dei quindici  minuti/mezz’ora al giorno per almeno cinque giorni alla settimana, infine le indicazioni più recenti in base alle linee guida del 2021 sottolineano che qualunque movimento conta purché di almeno quindici minuti. L’attività motoria va bene per tutti a qualsiasi età e in qualsiasi condizione a partire dalla semplice camminata che deve essere comunque a passo sostenuto per permetterci di sollecitare l’apparato respiratorio e cardiovascolare, quell’attività che ti permette di parlare ma non di cantare, si dice banalmente, perché un minimo di fatica bisogna sentirla. Tutti gli sport vanno bene, non c’è preclusione, l’importante è essere consapevoli delle proprie possibilità, fare una valutazione dal proprio medico prima di intraprendere un’attività motoria o una disciplina sportiva se non la si è mai praticata per avviarla in sicurezza e infine ci siamo noi della Medicina dello Sport”.

Quello della Medicina dello Sport è un osservatorio speciale, quali sono i problemi in cui vi imbattete più di frequente?

“La pandemia ha dato un grosso stop all’attività motoria, doveroso per contenere la diffusione del contagio ma le persone si sono disabituate a fare movimento: oggi noi stiamo notando tanta voglia di ricominciare da quando l’emergenza è terminata ma tanto analfabetismo motorio da parte dei bambini che non sanno fare una corsa come si deve o non sanno fare una capriola. Sono banalità ma costituiscono delle priorità che dovremmo avere ben presenti insegnandole a loro fin da piccoli. Un’altra limitazione sono proprio gli stili di vita attuali più sedentari”.

Sara Gelli

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