Medici di famiglia: uno su mille ce la fa…

Via libera dalla Giunta regionale al bando per l’ammissione di 188 candidati al corso triennale 2023-2026 di formazione specifica in medicina generale in Emilia Romagna. Una misura necessaria ma non sufficiente per colmare la gravissima carenza di questi professionisti come spiega dottor Dante Cintori, segretario provinciale della Federazione Italiana Medici di Famiglia.

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Via libera dalla Giunta regionale al bando per l’ammissione di 188 candidati al corso triennale 2023-2026 di formazione specifica in medicina generale in Emilia Romagna. “Siamo impegnati a tutto campo – ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – per dare una risposta concreta ai temi della carenza dei professionisti sanitari e del ricambio generazionale, un tema che riguarda da vicino anche i medici di medicina generale, che rivestono un ruolo di primaria importanza per il rapporto fiduciario con i pazienti”.

Una misura necessaria ma non sufficiente per colmare la gravissima carenza di questi professionisti come spiega dottor Dante Cintori, segretario provinciale della Federazione Italiana Medici di Famiglia.

“L’aumento del numero di giovani laureati che possono accedere al corso di formazione è nettamente positivo. Ricordo infatti che in passato ammontavano ad appena un centinaio contro i 188 attuali. A causa dell’estrema carenza di Medici di medicina generale è stato anche siglato un accordo con la Regione il quale prevede che i medici che frequentano il corso già a partire dal primo anno possano accedere alla convenzione ed esercitare con un limite di mille pazienti, fino ad acquisirne 1.500 pazienti al terzo anno”.

Provvedimenti positivi ma tardivi, aggiunge il dottor Cintori: “a febbraio in Provincia di Modena avevamo bandito 52 zone carenti. A luglio ne sono state assegnate soltanto 6”.

Lo scorso anno solo “l’80% dei posti messi a disposizione per il corso di formazione è stato occupato. Attendiamo quindi di vedere quante saranno le iscrizioni”, sottolinea il segretario provinciale della Federazione Italiana Medici di Famiglia. “Non dimentichiamo poi che durante il corso tanti giovani medici abbandonano per entrare nelle specialistiche universitarie ed ospedaliere”. 

Una professione, quella del medico di famiglia, che continua a perdere appeal tra i laureati in Medicina e chirurgia e persino le vecchie guardia non reggono più il ritmo. 

“Il carico di lavoro  è diventato impressionante – conclude Cintori – la gran parte dei medici è in burn out e lascia la professore alla soglia della pensione, ben prima dei 70 anni. Nel modenese ci sono stati pensionamenti a 66, 67 anni e anche meno”.