La Banca Centrale Europea, finché ha sostenuto che l’inflazione fosse eventualmente “importata” cioè determinata dall’aumento dei costi per le imprese importatrici di materie prime e “transitoria”, ha sostenuto per anni il sistema monetario con tassi bassissimi, alimentando lo sviluppo dei Paesi. Di colpo, improvvisamente, ha cambiato idea un anno e mezzo fa: considerando l’inflazione “strutturale” e “durevole”, ha deciso di procedere con il più forte aumento di tassi d’interesse nel più breve tempo possibile con una scelta che non ha precedenti nella storia recente della Banca Centrale Europea. Una situazione simile si era configurata nel 2008 in occasione della grande crisi finanziaria quando il collasso del sistema finanziario intaccò il sistema produttivo e anche quello sociale.
Non si comprende per quale motivo, considerando le conseguenze che ci furono allora, si ripropongano le stesse soluzioni oggi senza nemmeno procedere in modo progressivo e moderato per vedere l’effetto che fa, ma a forte velocità. Se a questa accelerazione impressa dalla Banca Centrale Europea non corrisponderà un’accelerazione uguale e contraria (e forse è troppo tardi), non possono non verificarsi conseguenze dannose e rilevanti al sistema economico.
Secondo il Sole 24 Ore (mercoledì 26 luglio) è già allarme sul credito con le domande di prestiti da parte delle imprese ai minimi: i dati che riguardano l’indice di investimento, cioè i prestiti accesi dalle imprese europee per fare investimenti, segnano il livello più basso dal 2003 con la crisi delle big tech. Nel giro di pochi mesi siamo passati da un’inflazione da eccesso di domanda con le imprese che tra il 2021 e il 2022 avrebbero potuto raddoppiare il fatturato e le assunzioni alla situazione diametralmente opposta. La Banca Centrale Europea non si pone interrogativi rispetto alle conseguenze e continua ad alzare i tassi.
Allora io mi domando: la Banca centrale, chiamata a operare nel nome del popolo europeo, a che cosa serve se non è equilibrata nel proprio modo di agire, se porta povertà, aumento di disoccupazione, aumento di disuguaglianza e zero investimenti nel settore industriale che avrebbe bisogno di nuovo know how, nuove invenzioni, nuovi brevetti? Se non è al servizio di noi cittadini e imprenditori europei a questo punto, di chi è al servizio? Non certo al servizio di noi italiani che con tassi di questo tipom, a lungo termine, faremo una brutta fine schiacciati tra l’indebitamento dello stato che aumenta a tassi altissimi per pagare i nuovi prestiti e l’impossibilità di investire facendo deficit sul nostro sistema produttivo. Siamo destinati a scoppiare: che sta facendo la Bce? Agisce su indirizzo della Commissione Europea, della FED, degli USA?
A chi sostiene l’indipendenza dell’organismo europeo incaricato dell’attuazione della politica monetaria chiedo: a chi risponde la Bce se non sta facendo l’interesse dei cittadini e delle imprese europee?
Vorrei capire se c’è un accordo per cercare di incenerire completamente il sistema produttivo europeo attraverso la folle scelta di alzare i tassi con questa velocità, in modo così consistente e senza una valutazione delle conseguenze: già lo vediamo cosa succede, perché siamo in lenta recessione.
PAP20