Chicchi di ghiaccio grandi come palline da tennis che cadono dal cielo: è la grandine, un fenomeno estremo, un tempo molto raro e ora sempre più frequente. “Piccola o grande che sia, la grandine è ormai diventata la compagna di viaggio – sottolinea l’esperto di meteo Stefano Ghetti – di ogni temporale. Certo è sempre grandinato ma mai con così tanta frequenza e con questa violenza, una chiara conseguenza del riscaldamento globale e del cambiamento climatico in atto”.
Come si forma la grandine?
“La grandine si forma generalmente all’interno di una cella temporalesca, ovvero un sistema ben diverso rispetto alla classica perturbazione atlantica da cui scende la pioggia. Le sfere di ghiaccio – spiega Ghetti – si formano nei cumulonembi, grossi banchi di nuvole temporalesche: nella parte più alta di queste nubi la temperatura arriva ai -20 °C e fa sì che le goccioline d’acqua congelino. Poi, le forti correnti calde e fredde all’interno della nube fanno in modo che i chicchi percorrano diversi moti, ascendenti e discendenti. Ogni volta che i chicchi effettuano questo percorso si ingrossano fino a quando diventano troppo pesanti e precipitano al suolo”.
Da cosa è determinata la grandezza dei chicchi?
“Nel temporale agiscono due tipi di corrente, una ascendente e una discendente. Quando quelle che sale è particolarmente intensa, e questo avviene soprattutto a seguito di giornate molto calde e afose, il chicco ghiacciato rimane in sospensione nella nube a lungo. Più tale sfera resta bloccata nella parte superiore della nube, più tende a ingrossarsi dal momento che le goccioline si aggregano insieme”.
La grandine rappresenta un vero flagello per l’agricoltura, in pochi minuti è infatti in grado di compromettere l’intero raccolto come è accaduto lo scorso weekend nella Bassa Modenese funestata da chicchi grossi come palline da tennis. Esistono metodi per evitare le grandinate? I nostri nonni ricorrevano all’uso dei cannoni….
“La scienza è spaccata ma la tesi più accreditata è che le detonazioni dei cannoni antigrandine ad onda d’urto avvengano ad altezze troppo distanti rispetto alla sede di formazione del chicco per influenzare la dinamica di una nube o per frantumare le sfere ghiacciate. Oggi quasi nessuno usa più tali cannoni proprio per la loro inefficacia. Per contrastare gli effetti della grandine gli agricoltori non possono far altro che adottare degli strumenti di prevenzione come le reti anti grandine ad esempio che però, purtroppo, di fronte alla progressiva estremizzazione dei fenomeni temporaleschi non sempre si rivelano efficaci”, ammette Stefano Ghetti.
Jessica Bianchi