Sono 4.477 i casi di tumore diagnosticati nel modenese nel 2018, ultimo dato disponibile

Quali sono i tumori più frequenti? Di tumore alla trachea si ammalano di più gli uomini o le donne? Quali sono quelli maggiormente diagnosticati e dove? A fotografare il numero di casi di tumore nella nostra regione è il Registro Tumori dell'Emilia-Romagna, il portale curato dalla Regione. Uno strumento certamente prezioso ma gli ultimi dati disponibili si riferiscono all’anno 2018 e dunque non è ancora dato sapere come la pandemia abbia inciso sul percorso di diagnosi.

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Quali sono i tumori più frequenti? Di tumore alla trachea si ammalano di più gli uomini o le donne? Quali sono quelli maggiormente diagnosticati e dove? A fotografare il numero di casi di tumore nella nostra regione è il Registro Tumori dell’Emilia-Romagna, il portale curato dalla Regione e online all’indirizzo https://regioneer.it/registrotumori.

Uno strumento pensato per cittadini e professionisti della sanità, che permette di accedere in maniera semplice e immediata a una vasta gamma di informazioni sul cancro in Emilia-Romagna: il numero medio annuo di casi, il trend per anno dell’incidenza. E ancora l’incidenza per aree territoriali e quella per fascia d’età, i primi cinque tumori più frequentemente diagnosticati in Emilia-Romagna sia per gli uomini che per le donne. Attualmente, sono disponibili i dati validati fino al 2018, come avviene per gli altri portali regionali.

Nel 2018, come emerge dai dati disponibili sul portale del Registro Tumori, sono stati 30.674 in Emilia-Romagna i casi complessivamente diagnosticati (4.477 nel modenese), pari a un tasso di incidenza di 689,9 casi l’anno per 100.000 abitanti (rapporto tra il numero di casi registrati e la popolazione residente nell’area).

Dal 2006 al 2018 si registra un calo delle nuove diagnosi. Il tasso di incidenza standardizzato per età (popolazione europea 2013), infatti, è passato da 855,5 nel 2006 per gli uomini a 670,3 nel 2018. Così come è diminuito il tasso di incidenza per le donne: da 561,6 nel 2006 a 522,9 nel 2018.

Quanto, invece, alle aree territoriali, nel 2018 il tasso standardizzato per età più alto si registra a Piacenza e a Ferrara con valori rispettivamente pari a 601,5 e 601,2 per 100.000 abitanti; a seguire la Romagna (che include anche l’area territoriale dell’AUSL di Imola) con 600,7 casi, Parma con 592,8, Reggio Emilia 571,1, Bologna con 565,2 e infine Modena con 562,8 per 100.000 abitanti.

Analizzando i dati per fascia di età, sono gli uomini e le donne over 70 a registrare il maggior numero di casi diagnosticati: rispettivamente 2.671,8 e 1.591,0 i tassi per 100.000 abitanti.

Infine, sempre nel 2018 i cinque tumori più frequentemente diagnosticati fra gli uomini in Emilia-Romagna sono stati: tumore alla prostata, con 3.148 casi all’anno (19,8%), trachea e polmone (2.134, 13,4%); 1.683 casi (10,6%) hanno riguardato il cancro alla vescica, 1.232 (7,8%) al colon e 877 casi sono stati di melanoma cutaneo (5,5%). Le donne, invece, si ammalano di più di tumore alla mammella (4.494 casi, 30,4%); quello alla trachea-polmone è il secondo tumore più diagnosticato anche fra le donne, con 1.308 casi (8,8%); seguono il tumore al colon con 1.189 casi (8,0%), al corpo dell’utero con 712 casi (4,8%) e il melanoma cutaneo con 704 casi (4,8%).

Poter navigare nei dati del Registro Tumori dell’Emilia-Romagna permette anche di notare come variano i casi di tumori soprattutto in relazione alle campagne di screening oncologici gratuiti promosse dalla Regione, la cui adesione nel 2022 è tornata ai livelli pre-pandemia.

Nel 2005, anno dell’introduzione dello screening per il tumore del colon-retto, l’incidenza ha mostrato un picco transitorio dovuto all’iniziale ricerca in una popolazione sana, che era atteso. Successivamente i tassi sono diminuiti per otto anni, tornando poi a stabilizzarsi. Così è stato per l’andamento del tumore della cervice uterina, il cui screening è stato introdotto tra il 1996 e il 1998: è stata registrata una riduzione del 40% circa nella fascia d’età 25-64 anni, poi l’incidenza è tornata a stabilizzarsi.

Lo screening mammografico, infine, introdotto tra fine 1994 e inizio 1998, ha rapidamente portato a una riduzione dell’incidenza dei tumori in stadio avanzato. Anche questo andamento, come quelli dei tumori del colon-retto e della cervice uterina, erano attesi e l’incidenza della mammella è tornata a stabilizzarsi.

In aumento, invece, il cancro al cavo orale nelle donne, mentre quello allo stomaco sia nelle donne che negli uomini è in calo, entrambe tendenze statisticamente significative.

Uno strumento certamente prezioso quello del Registro, ma gli ultimi dati disponibili si riferiscono all’anno 2018 e dunque non è ancora dato sapere come la pandemia abbia inciso sul percorso di diagnosi. 

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