La popolazione di Carpi resta sotto quota 72mila residenti, record oltrepassato solo nel 2018 e nel 2019. Nel 2023, infatti, risultano 71.869 le persone iscritte all’anagrafe al 1° gennaio e sono ben 467 in più rispetto all’anno precedente. I nati sono sempre meno (550, dieci anni fa erano 643) e non compensano il numero dei morti (791, dieci anni fa erano 678) per un saldo naturale negativo (-241) che pesa ogni anno di più. Con un tasso di natalità di 7,68 per mille (sette nati per mille abitanti), Carpi è in linea con la media nazionale. Sono 14.730 le donne in età fertile (tra i 15 e i 50 anni), mille in meno rispetto a dieci anni fa: un minor numero di donne in età feconda comporta, anche in assenza di variazioni della fecondità, meno nascite.
Il saldo naturale è in passivo da anni ma, per ora, il saldo migratorio tiene: +708 a conferma del fatto che sono più coloro che scelgono di risiedere a Carpi (1.838 da altri comuni italiani; 597 dall’estero) rispetto a coloro che decidono di cambiare aria (1.441 verso altri comuni italiani; 253 per l’estero).
A Carpi dunque resta in positivo il saldo migratorio diversamente da quanto accade a Modena dove è diventato negativo pure quello a causa del calo delle immigrazioni verso il territorio del capoluogo e del significativo incremento delle emigrazioni in base ai dati che riguardano italiani e stranieri.
Carpi ha smesso di crescere ma continua inesorabilmente a invecchiare: i dati 2022 attestano che l’età media dei carpigiani è in continuo aumento passando dai 43 anni del 2012 ai 46 di oggi. Cresce la percentuale di over 65enni (che rappresentano il 23,7% del totale) così come sale l’indice di vecchiaia, che misura il numero di anziani presenti in una popolazione ogni 100 giovani minori di 15 anni: il valore è cresciuto da 159 di dieci anni fa all’attuale 183 anziani ogni cento giovani, quasi il doppio. E se gli ultrasessantacinquenni sono il 23,7% della popolazione, i giovanissimi (0-14 anni) costituiscono il 12,8%. Il resto della popolazione attiva si dovrebbe far carico del loro mantenimento ma l’indice di dipendenza strutturale, quello che calcola quanti individui ci sono in età non attiva ogni 100 in età attiva (a Carpi 57,7) fornendo indirettamente una misura della sostenibilità della struttura di una popolazione, è un campanello d’allarme.
Se si osserva la sola popolazione straniera cambia la prospettiva: gli ultrasessantacinquenni rappresentano il 4,7%, i giovanissimi (0-14 anni) il 18,7%. I 10.204 stranieri iscritti all’anagrafe carpigiana compongono il 14,1% della popolazione ma, nella fascia d’età tra i 30 e i 50 anni, superano il 20%: un residente su cinque è di nazionalità straniera. E se complessivamente maschi (5.186) e femmine (5.018) si equivalgono, nella comunità pakistana, che è la più rappresentata (2.200 pakistani su poco più di diecimila stranieri presenti a Carpi), i maschi sono esattamente il doppio delle femmine. Seguono la Repubblica slovacca (1.287), la Repubblica Popolare Cinese (1.212) la Tunisia (801) e il Marocco (620), consistente anche il numero dei ghanesi (300).
Nonostante la fondamentale importanza dei dati per rappresentare la realtà che ci circonda, dal 2018 il Comune di Carpi non pubblica l’analisi della popolazione residente che, a parere di chi scrive, rivestiva un’importanza fondamentale evidenziando aspetti che possono sfuggire alla percezione del singolo individuo, chiunque esso sia. Rielaborare i numeri, come hanno continuato a fare altre amministrazioni, estrapolando quelli legati al contesto locale, è un’operazione indispensabile per poter guardare ciò che ci porterà il futuro e capire quali siano gli spazi per l’intervento.
Sara Gelli