La storia di Mia, una cucciola meticcia di circa tre mesi nata senza un occhio, inizia nelle strade di Agrigento, quando viene ritrovata insieme alle sue sorelline e al suo fratellino da un ragazzo di Finale Emilia, che decide di salvarli dal randagismo e di condurli al Nord. Da lì inizia la gara di solidarietà per cercare di trovare loro casa. Ad uno ad uno tutti i cuccioli vengono adottati. Tutti tranne Mia. E’ qui che i carpigiani Loredana Tencani e Leonzio Telani, dopo aver letto l’annuncio su Facebook, decidono di andare a prendere la cagnolina e di adottarla. “Tanti ci dicono che siamo stati generosi ad adottarla, ma in realtà è lei che ci sta donando tanto”.
In che condizioni era Mia quando siete andati a prenderla?
“Il ragazzo che avevo raccolto lei e gli altri cuccioli aveva provveduto a portarli dal veterinario facendoli ripulire da zecche e pulci, quindi quando siamo andati a prenderla stava già abbastanza bene, ma l’abbiamo portata poco dopo anche dal nostro veterinario per un controllo. Pur mancandole un occhio dalla nascita, è una cagnolina sana e vivace con tanto affetto da dare. Nonostante si sia trovata nella fase iniziale della sua vita in una situazione di abbandono e degrado, non è per nulla schiva e timorosa. Al contrario è una cagnolina molto socievole sia con gli umani che con gli altri animali”.
È l’unico animale che avete in casa?
“No, fanno parte della nostra famiglia anche quattro gatti: Lulù e Camilla di nove anni, Cesare di sette e Vasco di quattro. Anche loro sono stati adottati e, in certi casi, salvati da situazioni a rischio.
Mia non è nemmeno il primo cane che abbiamo adottato. Prima di lei abbiamo avuto due beagle: Papi e Asso. Asso l’abbiamo preso al canile quando aveva già undici anni e mezzo e sembrava aver perso ogni speranza di trovare una famiglia e, purtroppo, anche la dignità di creatura vivente. Stava sempre mogio, a testa bassa e non abbaiava mai fino a quando, dopo un po’ di tempo con noi, è riuscito a sbloccarsi e a ritornare a sentirsi amato e apprezzato, anche grazie al sostegno di Papi. Purtroppo, però, dopo quindici mesi è morto. Papi è stato un amore grandissimo tanto che dopo la sua morte, avvenuta repentinamente all’età di dieci anni a causa di un tumore, abbiamo tutti sofferto tantissimo. Anche lui non è stato acquistato ma adottato, ed è stato per me e mio marito come un quarto figlio. Probabilmente anche la sua mancanza ci ha spinti a scegliere di adottare un altro cane. Mia è entrata nelle nostre vite come un raggio di sole”.
Consigliereste ad altri di adottare un cane come Mia?
“Assolutamente sì! La gioia di vivere che ci dona non ha uguali. Lei insieme agli altri nostri animali ci riempiono la vita e le giornate”.
Chiara Sorrentino