Al rilevamento finale di Pontelagoscuro la portata del fiume Po è scesa a 338 metri cubi al secondo ben al di sotto dei 450 considerati il limite sotto cui il fiume è inerme di fronte alla risalita del cuneo salino.
Non solo: nel siccitosissimo 2022 questi dati vennero registrati il 4 giugno, vale a dire che il più importante corso d’acqua italiano vive una condizione di crisi idrica estrema, da monte a valle, con ben 40 giorni di anticipo sul drammatico anno scorso.
Un’altra stagione agricola è compromessa nel delta polesano, i cui bracci sono colmi di acqua marina, inquinando falde e terreni.
La neve in Emilia Romagna si è quasi completamente sciolta ma sono sotto i minimi storici le portate in alveo di Secchia ed Enza. Ad attestarlo è il report dell’Osservatorio dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
Se l’anno scorso, la siccità costò 13 miliardi al sistema Paese, il 2023 si preannuncia peggiore