L’Ostetricia di Carpi resta a bocca asciutta. Al via un altro bando per arruolare nuovi medici

La gara non ha portato, almeno per l’Ospedale di Carpi, all'aggiudicazione del servizio poiché, precisano dall’Ausl, “la commissione ha valutato non idonea dal punto di vista qualitativo l’unica offerta presentata (Ndr - dalla cooperativa sociale Altavista di Sassuolo), procedendo quindi alla sua esclusione”.

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Non c’è pace per il Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi. Scaduto l’appalto stipulato lo scorso giugno  con la cooperativa bolognese Novamedica e relativo alla “fornitura in via temporanea e di urgenza di servizi medici ospedalieri per la rete provinciale di Emergenza – Urgenza (per un importo complessivo di 220.896 euro) e per l’Ostetricia e ginecologia dell’Area Nord e in particolare all’Ospedale di Mirandola”, l’Ausl di Modena aveva predisposto un nuovo bando suddiviso in tre lotti, per un importo totale di 3.276.000 euro, Iva esclusa.

Il primo teso a rinforzare il numero di medici della rete provinciale di emergenza e di urgenza; il secondo e il terzo per arruolare nuove forze da destinare rispettivamente al Reparto di Ostetricia e ginecologia dell’Ospedale di Carpi e a quello dell’Ospedale di Mirandola.

La gara però non ha portato, almeno per Carpi, all’aggiudicazione del servizio poiché, precisano dall’Ausl di Modena, “la commissione di gara ha valutato non idonea dal punto di vista qualitativo l’unica offerta presentata (Ndr –  dalla cooperativa sociale Altavista di Sassuolo), procedendo quindi alla sua esclusione. Al fine di garantire un adeguato livello di qualità del servizio, tutte le gare per l’affidamento di servizi medici, infatti, prevedono sempre una valutazione da parte della commissione, preliminare alla fase di apertura delle offerte economiche: tra i criteri presi in considerazione, il progetto di gestione del servizio e le modalità organizzative, le precedenti esperienze nell’ultimo triennio in materia di gestione di servizi medici e ospedalieri con particolare riferimento alla specialità oggetto della procedura, il numero degli specialisti a disposizione per il servizio e relativi curricula e la gestione del personale e del turn-over”. A seguito di tale esclusione il bando è stato ripubblicato e scadrà il prossimo 6 febbraio.

A buon fine invece gli altri due lotti: nella rete dell’Emergenza – Urgenza e nel Reparto di Ostetricia e Ginecologia del Santa Maria Bianca di Mirandola arriveranno i nuovi medici a gettone forniti, ancora una volta, dalla coop Novamedica. Il Ramazzini invece, messo a dura prova dall’assenza contemporanea per maternità di sei ginecologhe su 15, (per il quale è stato stipulato un contratto in via d’urgenza a dicembre e poi prorogato per supportare le guardie mediche in ostetricia a Carpi) resta a bocca asciutta. Restano pertanto sospese a causa della carenza di personale tutte le prestazioni di specialistica ambulatoriale a Cup, ovvero le visite ginecologiche, quelle ostetriche e le ecografie transvaginali erogate dall’equipe ospedaliera e, ancora, il servizio di ambulatorio della procreazione assistita e quello dedicato alla patologia endometriosica. Qualcuno ha storto il naso di fronte al rafforzamento di Mirandola anziché Carpi, anche in considerazione del fatto che lì il punto nascita è stato chiuso fino a data da destinarsi.

La salute delle donne però non ha a che fare solo con l’assistenza durante il percorso nascita, l’offerta assistenziale riguarda infatti anche la specialistica ambulatoriale e la chirurgia ginecologica. La coperta è corta, innescare una guerra tra poveri francamente non porta da nessuna parte. I bisogni dei due reparti ospedalieri sono innegabilmente differenti, il diritto alla salute delle donne no. Un diritto che deve essere tutelato ovunque a prescindere da inutili campanilismi. 

Jessica Bianchi

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