Da paesone a città. E’ questo il cambio di passo auspicato dal sindaco Alberto Bellelli. Una città, la nostra, ribattezzata da molti, più o meno scherzosamente, come la “Carpi dei progetti”. Talmente tanti, su carta, da perderci il conto ma è solo “grazie a loro che siamo riusciti a portare a casa 38 milioni grazie al Pnrr – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, ha commentato il primo cittadino. Mica bruscolini, certo. Ora però la sfida è quella di rispettare i tempi, serratissimi, dal momento che la chiusura delle progettazioni è fissata per il 2024 ed entro il 2026 è previsto il rendiconto, in caso contrario i finanziamenti già accordati andranno perduti. Con tanti saluti alla “moderna città del futuro” tratteggiata da sindaco e Giunta. I numeri dicono che Carpi “continua a crescere in modo costante e stiamo per sfiorare i 73mila abitanti, segno che qui si vive bene, si cresce, si studia e si lavora”. Ma basta questo per passare da paesone a città? Per i nostri amministratori in mezzo ci sono un’università (o, meglio, un corso), la Bretella per unire via dell’Industria alla zona autotrasportatori di Fossoli, un nuovo ospedale (“su cui non ci sono stati ripensamenti” ma su cui è nuovamente caduto il silenzio), un paio di parchi (di questo passo forse quello dell’Oltreferrovia si concluderà prima che quello della Cappuccina venga inaugurato), la riqualificazione del Biscione (operazione talmente complessa da apparire utopica) e la Corte di Fossoli. Occorre un forte sforzo di immaginazione per riuscire anche solo a intravederla quella città. Nel frattempo non ci resta che la realtà: dal cantiere al palo di Palazzo Pio dopo il fallimento dell’impresa a cui erano stati affidati i lavori a quello in clamoroso ritardo di corso Roma.
E poi, sempre per restare coi piedi ben piantati a terra, facciamoci una passeggiata nella terra del sogno, quella dell’Oltreferrovia, là dove questa Giunta guarda e “sogna” una Carpi diversa, all’insegna dello sviluppo, della crescita, dell’istruzione e dell’innovazione. E allora spingiamo lo sguardo sin là: cosa resta di quel suggestivo angolo di campagna a due passi dal centro storico? Palizzate e reti la dicono lunga: tra le future villette e palazzine che lì verranno edificate sorgerà un parco. Poco più in là a svettare sarà il Polo universitario. La vista dall’alto (grazie agli scatti aerei di Fabrizio Bizzarri) ci fanno già presagire i contorni di quel “sogno”. Da paesone a città. Dove non c’è più posto per la campagna. Buon 2023!
Jessica Bianchi