5 su 26: le imprese carpigiane che hanno deciso di partecipare all’edizione autunnale di Moda Makers si contano letteralmente sulle dita di una mano. Il trasferimento, nel 2021, negli spazi di ModenaFiere, pare aver coinciso con un inarrestabile declino della kermesse. Nonostante possa ora fregiarsi del titolo di fiera internazionale infatti, da Moda Makers, nata per sostenere il tessile di casa nostra, sono pressoché scomparsi i carpigiani.
Nata in punta di piedi, alla prima edizione della manifestazione in programma nel maggio 2016 a Villa Ascari parteciparono 15 aziende produttrici storiche di Carpi poi, l’anno successivo, gli espositori diventarono 44 (di cui 38 del distretto) e la manifestazione venne trasferita in Piazzale Re Astolfo. Un gioiellino che ha continuato a crescere tanto che, a partire dal 2018, trovò il suo quartier generale presso il Carpi Fashion System Expo, al civico 43 di via dell’Agricoltura. In appena due anni gli espositori salirono da una ventina a 60, la stragrande maggioranza dei quali appartenenti al nostro territorio. Poi vennero il Covid, tre edizioni esclusivamente digitali e la cessione del marchio alla Camera di Commercio di Modena, mossa che fece rientrare la manifestazione nel circuito ufficiale delle fiere internazionali e la portò, nel 2021, a migrare nel quartiere fieristico modenese. Una scelta che la politica definì “strategica”, un “indiscusso vantaggio”, assicurando al contempo che “la cabina di regia dell’evento sarebbe rimasta in salde mani carpigiane”.
Qualcosa però, evidentemente, dev’essere andato storto. Moda Makers infatti, creata dalle aziende del distretto tessile (che per la prima volta fecero squadra, unendo le forze per sostenersi in un momento economico sfavorevole) insieme a Expo Modena, Cna, Confindustria, Confartigianato-Lapam e con il sostegno di Comune di Carpi e Carpi Fashion System, non parla più carpigiano e persino larga parte dello zoccolo duro di imprenditori che tanto aveva creduto in questa operazione ha smesso di sostenerla.
“Ho sempre partecipato con orgoglio a Moda Makers – spiega Irio Amadei di Eleonora Amadei – e anche un po’ per spirito campanilistico. Era un piacere essere tra gli espositori perché la fiera è nata dall’intraprendenza e dal coraggio delle imprese carpigiane per cercare di fare qualcosa di fattivo e positivo per l’intero settore. Ora lo scenario è del tutto cambiato e non mi interessa più”.
Anche Raffaella Spaggiari di Settimo Cielo è dello stesso parere: “la fiera, da quando si è spostata a Modena, è finita. E’ in pieno declino. Lo scorso anno per tre giorni non abbiamo ricevuto nemmeno un cliente… partecipare non ci interessa più, non porta a nulla”.
“Moda Makers non è mai stata una fiera di riferimento per noi, lì non c’è il nostro mercato di riferimento. Quando è nata però – spiega Glenda Lombardi di Gigliorosso – ne abbiamo condiviso lo spirito ovvero la volontà di sostenere e valorizzare Carpi e pertanto, proprio per il suo valore simbolico, abbiamo sempre partecipato. Andare a Modena non ha più senso, è diventata una fiera tra tante”.
E poi c’è chi non vede nel trasferimento a Modena la causa principale del declino di Moda Makers bensì il suo stesso indirizzo strategico, la filosofia che la anima.
“Per noi – spiega un altro imprenditore – la fiera di Carpi ha sempre rappresentato un’occasione per fare show room, ovvero ottimizzare gli incontri con i nostri clienti, concentrando gli appuntamenti nella tre giorni della manifestazione. Una sorta di mini campagna vendita condensata. Nulla a che vedere insomma con la comunicazione, l’immagina, la scoperta di nuove tendenze… Moda Makers non ci ha mai dato l’opportunità di incontrare nuovi agenti o compratori. Non ha mai avuto, anche al suo apice, i numeri di una vera e propria fiera. Noi partecipiamo a kermesse come il White di Milano, la Coterie di New York dove gli espositori sono centinaia e i visitatori migliaia. Moda Makers non è mai arrivata nemmeno a 100 espositori… è sempre rimasta piccola, legata a un canale distributivo che, soprattutto nell’ultimo periodo, ha subito una forte flessione. Il mercato e le sue dinamiche sono profondamente cambiate: tutti gli attori intermedi della filiera, e parlo di grossisti e piccoli distributori non esclusivi che avvicinano unicamente il prodotto al cliente finale senza apportare un reale un valore aggiunto.
Per non parlare poi della sfasatura temporale rispetto alle esigenze del mercato: perché presentare le collezioni Autunno/Inverno 2023 a novembre 2022 quando tutte le fiere mondiali lo fanno tra gennaio e febbraio? Moda Makers si è costantemente ridimensionata, stagione dopo stagione, in termini di aziende e visitatori. Nel momento in cui molti nostri clienti ci hanno comunicato un disinteresse a partecipare e nessun nuovo cliente si è affacciato all’orizzonte abbiamo ritenuto inutile disperdere tempo ed energie e abbiamo preferito non aderire più a questo progetto”.
Nessuna spinta al Made in Carpi dunque, bensì una impietosa pietra tombale, perlomeno per le nostre imprese. Dall’8 al 10 novembre, a Modena, se non vi saranno iscrizioni dell’ultima ora, a portare alti i colori della Corte dei Pio saranno solo in 5 come si legge sul sito della manifestazione: Donne da sogno, Gisella M, Grandi Francesco Biancò, Io e te maglierie e Paola Davolio.
A Carpi però non si rinuncia al fashion: martedì 8 novembre infatti, dalle 19, presso l’ex Mercato Coperto di Carpi, si terrà il Moda Makers Fashion Party, un’occasione di incontro tra gli operatori della moda e i buyers presenti in fiera. “La serata – si legge nell’invito – è organizzata in modo da regalare un assaggio delle eccellenze del territorio, declinate in chiave fashion”. Un evento a invito. Per pochi.
Jessica Bianchi