Standing ovation per la serata conclusiva della XXIV edizione del Festival internazionale delle Abilità Differenti svoltasi al Teatro Asioli di Correggio, con lo spettacolo Le armi del delitto, un giallo teatrale elaborato dal drammaturgo e attore Giampiero Pizzol e che ha visto, dopo due anni di fermo causato dalle restrizioni anti-Covid, il ritorno della Compagnia Teatrale Integrata Manolibera (Nazareno Cooperativa).
Al termine, accolto dal calore e dall’affetto del pubblico, il presidente del Nazareno Sergio Zini ha portato i ringraziamenti di tutta la Cooperativa, al Comune di Correggio per il patrocinio accordato, al Teatro Asioli che da anni ospita eventi del Festival, a tutti i componenti la Compagnia Manolibera per il grande lavoro svolto, al regista Vittorio Possenti per la costante serietà e professionalità con cui segue la Compagnia, a Emanuela Ciroldi per i costumi e la consulenza artistica, agli organizzatori del Festival, Stefano Malagoli e Giulia Feroldi, a tutti gli operatori della Nazareno che hanno collaborato, in vari momenti, per la realizzazione del Festival.
Ha poi concluso leggendo il messaggio finale contenente le considerazioni che lo hanno portato a scegliere il titolo per l’edizione 2023 che sarà La casa, la strada, il villaggio.
“A partire dal E ti vengo a cercare perché ho bisogno della tua presenza, in questa edizione del Festival abbiamo ricevuto un nuovo invito a essere leali con noi stessi, per vivere ciò che siamo. Le difficoltà, le fatiche e i giudizi che vorrebbero dirci chi siamo forse trovano una luce per rifarci sentire grande il nostro cuore. È successo con la bellezza e la vivacità degli spettacoli, con il calore che ha riempito le sale, nei volti dei nostri ragazzi. È successo incontrando il perdono di Gemma Calabresi, l’accoglienza e la gratitudine di Luca Trapanese, la gioia e la giovinezza dei ragazzi di Attendiamoci.
Ci siamo accorti che per vivere bene – vivere ciò che siamo! – ci sono degli elementi irrinunciabili: l’accoglienza, il perdono, la compagnia. “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”, dice un proverbio africano”.