Stegosauro, triceratopo, brontosauro, iguanodonte, tirannosauro… sono solo alcuni nomi di dinosauri, croce e delizia per ogni bambini che si rispetti. Un amore, quello per questi animali preistorici che perdura ben oltre l’infanzia, basti pensare allo straordinario successo della saga di Jurassik Park! A Carpi però c’è qualcuno che ha fatto di questa passione un mestiere. Dalle mani del 31enne Marco Cagnolati infatti nascono vere e proprie opere d’arte “primordiali”.
“Ricordo ancora il mio Tyrannosaurus rex, che peraltro possiede ancora, – sorride – avevo quattro anni e credo che la mia dedizione nei confronti dei dinosauri sia nata allora. Quando qualcuno mi domandava cosa volessi fare da grande, rispondevo prontamente il paleontologo. Le cose poi sono andate diversamente ma quella passione non mi ha mai abbandonato e nel corso del tempo l’ho coltivata, studiando, facendo ricerche e coniugandola al mio amore per il disegno”.
Marco Cagnolati è un paleoscultore: “il mio lavoro consiste nel riprodurre per i musei, in varie scale, animali preistorici, dai rettili marini a quelli volanti, dai dinosauri ai grandi mammiferi scomparsi come le tigri coi denti a sciabola e i mammut”.
Tutto ha avuto inizio nel 2016 quando Marco ha iniziato a collaborare con due ditte di Venezia, le uniche in Italia a portare avanti questa affascinante arte: “ogni scultura ha una base di polistirolo e viene scolpita a mano o con l’ausilio di una fresa, mentre ogni scaglia – così come i dettagli – viene realizzata con un apposito stucco dall’effetto pietra. Poi si passa alla fase di verniciatura”. Piccoli e grandi capolavori curati sin nel minimo particolare e poi destinati ai musei a cui Marco affianca una personale collezione fatta, per ora, di una dozzina di pezzi, talmente realistici da sembrare veri.
“Il mio preferito è la testa di tirannosauro, tra l’altro il più grande di tutti coi suoi due metri e cinquanta”.
Il paleoscultore di casa nostra, insieme ad altri due amici, sta inoltre lavorando alla creazione di un libro per svelare le differenze tra i dinosauri più famosi del cinema e quelli descritti da scienziati e ricercatori. Quanto si è spinta oltre la fantasia? Tra gli scivoloni più eclatanti in cui è caduta la produzione del colossal di Spielberg, vi è la tendenza a ingigantire numerose specie. I velociraptor ad esempio, vengono rappresentati con dimensioni quasi doppie rispetto alla realtà mentre i dati paleontologici rivelano che fossero alti all’incirca mezzo metro e lunghi non più di due.
Un talento raro quello del carpigiano Marco Cagnolati, il cui desiderio più grande sarebbe quello di “aprire un museo” dedicato a queste straordinarie riproduzioni. Una cosa è certa, realizzerebbe il sogno di ogni bambino!
Jessica Bianchi