Il Museo diocesano di arte sacra Cardinale Rodolfo Pio di Savoia ha il suo catalogo. Uno sforzo editoriale che scaturisce dal desiderio della Diocesi di Carpi di divulgare al meglio e di più il patrimonio conservato all’interno del prezioso scrigno che è la chiesa urbana di Sant’Ignazio di Loyola.
Il volume sarà presentato giovedì 15 settembre, alle 21, naturalmente al Museo (Corso Fanti 44). Dopo il saluto delle autorità, insieme al direttore, Andrea Beltrami, interverrà per l’occasione monsignor Bruno Fasani, in qualità di prefetto dell’antica e prestigiosa Biblioteca Capitolare di Verona.
Come filo conduttore della serata si sono scelte le parole “conoscere, narrare, educare”, ovvero le tre traiettorie lungo le quali si sviluppa l’impegno della Chiesa nella tutela e valorizzazione dei beni culturali.
“In questi anni – spiega Beltrami – il Museo diocesano di Carpi ha riscosso molti consensi dalle centinaia di persone che lo hanno visitato e più volte veniva chiesto un catalogo che permettesse, oltre a una guida immediata ‘in loco’, di rivedere con calma quanto visto. Il lavoro si è reso possibile grazie all’impegno dei fotografi Mario Mazzurana, Rita D’Ambrosio e Marino Luppi, ed è stato sostenuto dal contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi”.
Protagonista di quest’opera editoriale è dunque l’immagine, che accompagna il visitatore lungo il percorso espositivo. La didascalia, volutamente ridotta all’essenziale, intende lasciare parlare la fotografia rimandando, per chi lo desidera, a studi e saggi specifici per un approfondimento. I pezzi sono suddivisi per tipologie (argenti, dipinti, tessuti, suppellettili…) proprio per consentire al lettore una maggiore identificazione del materiale e un più agevole e immediato riconoscimento. Inoltre, per raggiungere un maggior numero di fruitori, anche provenienti dall’estero, il testo è corredato dalla traduzione in lingua inglese a cura di Jessica Lodi.
“Con l’edizione di questo volume, preceduto da un’introduzione storica e dalla presentazione del nostro vescovo Erio Castellucci – commenta Beltrami – si auspica che il Museo possa davvero entrare in tante case e il catalogo non diventi solo un libro che fa bella mostra in libreria ma strumento per conoscere il nostro patrimonio culturale e apprezzarlo nelle sue caratteristiche storiche, devozionali e anche di memoria e tradizione”.