Sono numerosi i materiali, i mezzi, l’arredo urbano così come quello scolastico e le attrezzature di proprietà del Comune di Carpi e se sabbia e ghiaia, giusto per fare un esempio, hanno trovato una sistemazione in luoghi aperti, l’ente necessita anche di depositi chiusi dove sistemare tutto il resto. Inspiegabilmente però, un Magazzino e laboratorio dei Servizi tecnici manutentivi coperto e di ampie dimensioni non rientra nel patrimonio del nostro Comune. E quando una cosa non ce l’hai, non ti resta altro da fare che chiederla in prestito: l’affitto dello spazio, oggi in via Bellodi, al civico 4, pesa sulla nostre tasche per 96mila euro all’anno. E in considerazione del fatto che, dopo numerose peripezie e fumate nere, sono almeno sette anni che il Comune paga un canone di locazione, non è certo inopportuno asserire che forse quei denari potrebbero essere meglio investiti. Ma andiamo con ordine, perché la decisione di sostenere le spese – a dir poco onerose – di un affitto ha radici lontane.
Correva l’anno 2011 quando il Comune di Carpi decise di vendere il proprio magazzino sito in via Watt ad Aimag poiché entrambi avevano bisogno di superfici maggiori. Contestualmente indisse un bando per la ricerca di un magazzino da acquistare, di circa 4-5000 metri quadri, che però si concluse con un nulla di fatto. L’ente allora tentò la carta della Polisportiva Dorando Pietri ma anche quella trattativa andò in fumo. Nel frattempo Aimag “ospitò” il Comune dal 2012 al 2015 quando, nel mese di luglio, l’ente decise di indire nuovamente un bando questa volta per individuare un capannone da prendere in affitto (“avente una superficie coperta di circa mq 2.500/3.000. L’immobile dovrà essere ubicato in prossimità del centro urbano o nelle principali frazioni comunali e, comunque, collegato al centro urbano dalla viabilità principale”, si legge sull’avviso di ricerca). A rispondere presente e a siglare il contratto nel 2016 fu il fondatore dell’ex Gold Par che mise a disposizione un capannone in via Lama di Quartirolo: la scadenza del contratto era stata fissata al 30 novembre 2022 ma dopo il fallimento dell’azienda nel 2019, era stata la Marchesini Group a subentrare nella proprietà del capannone. Di fronte alla necessità di utilizzare l’immobile acquisito dal fallimento per “adibirlo interamente a stabilimento produttivo”, la società ha proposto al Comune, in una lettera datata 07/07/2020, “un nuovo contratto di locazione (della durata di sei anni) per l’uso dell’immobile posto in via Bellodi n. 4 in zona industriale, al medesimo canone, ovvero 96.000 euro oltre a IVA di legge con decorrenza 1/3/2021”. Richiesta accolta dalla Giunta con la delibera n. 26 del 23/2/2021.
Insomma sono circa sette anni che il Comune spende fior di quattrini in affitti (siamo già ben oltre i 600mila euro) anziché compiere una scelta di campo e sfruttare un terreno di sua proprietà per farvi erigere un deposito ad hoc.
Certo l’investimento sarebbe importante ma la spesa verrebbe ammortizzata in un relativo lasso di tempo, in considerazione degli altissimi costi legati alla locazione che l’ente sostiene da anni.
Anziché alienare terreni di grandi dimensioni, vedi alla voce zona autotrasportatori (superficie catastale complessiva di ciascuno dei due lotti all’asta 6.144 mq., superficie copribile 3.686 mq e superficie utile mq 4.608) perché i nostri amministratori non optano per una scelta di questo tipo?
A rispondere è l’assessore al Patrimonio, Marco Truzzi: “il Comune può contare su circa 10mila metri quadri, tra siti coperti e scoperti destinati a deposito, tutti di proprietà pubblica, l’unico a fare eccezione è quello di via Bellodi di circa 3mila mq. Il nostro obiettivo è quello di ridurre il più possibile l’onere legato agli affitti per efficientare il Bilancio dell’Ente e permetterci così di fare maggiori investimenti e offrire più servizi. Ed è proprio in quest’ottica che, alla fine del 2020, abbiamo acquistato i due piani della sede di viale Peruzzi al costo di 1 milione e 220mila euro onde evitare di continuare a pagare un canone di locazione di 227mila euro all’anno, peraltro il più costoso tra quelli sostenuti dall’ente. Alla fine dello scorso anno abbiamo disdetto anche l’affitto del capannone in via dell’Agricoltura (ndr – dove si svolgeva la fiera Moda Makers oggi migrata nel quartiere fieristico modenese) e questo porterà a un risparmio di ulteriori 158mila euro all’anno. Qualora decidessimo, in futuro, di realizzare un altro magazzino comunale, anche al netto delle aree previste nelle alienazioni, avremmo comunque a disposizione dei terreni di proprietà consoni ma, ad oggi, le nostre priorità sono altre. I proventi delle vendite di alcune parti del nostro patrimonio ci consentiranno di compiere investimenti anche sulle sedi comunali, a partire da quelle maggiormente fruite dal pubblico: Polizia locale, anagrafe e Servizi sociali”.
Jessica Bianchi