Dalla città in tanti scappano sull’Appennino in cerca di refrigerio e Natura

La seggiovia di Montecreto è tornata in funzione dal momento che, spiega Luciano Magnani presidente del Consorzio Cimone, sono finalmente giunte le necessarie autorizzazioni per riaprirla al pubblico dopo il collaudo avvenuto lo scorso mese di luglio.

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Il gruppo in gita che aveva trovato chiusa la seggiovia di Montecreto

Il 6 agosto scorso un gruppo di turisti modenesi e carpigiani in gita sull’Appennino modenese era rimasto a bocca asciutta. Una volta arrivati a Montecreto infatti, a una manciata di chilometri da Sestola, alla ricerca di un po’ di refrigerio, la seggiovia che avrebbe dovuti portarli al rifugio di Cervarola, a 1.600 metri, era inspiegabilmente chiusa. “Dal rifugio – ci avevano spiegato – avremmo voluto proseguire a piedi fino a Passo del Lupo per poi prendere la funivia fino al Cimone ma siamo stati costretti a cambiare meta”. 

L’impianto è tornato in funzione dal momento che, spiega Luciano Magnani presidente del Consorzio Cimone, sono finalmente giunte le necessarie autorizzazioni per riaprirlo al pubblico dopo il collaudo avvenuto lo scorso mese di luglio.

Un’apertura che è stata accolta con entusiasmo dai vacanzieri: “ora – commenta un habitué del luogo – speriamo che in biglietteria venga almeno affisso un cartello con un riferimento telefonico da contattare in caso di chiusure dal momento che sinora, ogniqualvolta si è presentato un problema, non sapevamo a che santo appellarci”.

In queste settimane e fino alla prima di settembre restano aperte le seggiovie di Pian del Falco, di Montecreto e del Lago della Ninfa, unitamente alla funivia di Passo del Lupo – Pian Cavallaro. “In tanti stanno dimostrando di apprezzare il nostro Appennino e i suoi innumerevoli sentieri, l’irruzione del Covid – prosegue Magnani – ha certamente favorito tale riscoperta”. Nel weekend appena trascorso gli impianti del circuito del Cimone sono stati letteralmente presi d’assalto “poiché sono numerose le persone che vogliono sfuggire al caldo delle città e vengono in quota a cercare un poco di refrigerio. Un trend che proseguirà certamente anche nel mese di settembre”.

Una stagione estiva positiva dal punto di vista turistico per il nostro Appennino ma, conclude Luciano Magnani, “ricordo a tutti che a ottobre i boschi iniziano a colorarsi dei toni dell’autunno offrendo uno spettacolo magnifico”. D’altronde l’incanto della natura non smette mai di stupire.

J.B.