La riqualificazione del Biscione tra via Unione Sovietica e via Cattani procede non senza ostacoli. Per mettere fine al contesto di degrado che impatta sull’intero quartiere, l’Amministrazione comunale ha elaborato un progetto di rigenerazione urbana e sociale da 9 milioni di euro del grande complesso immobiliare di cui acquisire 55 dei 90 alloggi anche, se necessario, attraverso un percorso espropriativo al fine di rimettere nuovamente a disposizione gli appartamenti nell’ambito di un Piano integrato di Edilizia residenziale sociale.
La scelta è stata quella di procedere all’acquisto dei 55 alloggi in fasi diverse: dopo la trattativa con la società immobiliare proprietaria dei primi quindici appartamenti acquisiti, ora è in corso quella per l’acquisto all’interno del Biscione delle due sale utilizzate come sede da cinque associazioni islamiche. “Abbiamo instaurato da tempo un dialogo con tutte le associazioni e valutato con loro alcune possibili soluzioni di trasferimento. L’ex Colombofila (ndr è lo stabile di via Nuova Ponente di fronte alla Polisportiva Dorando Pietri e poco distante dalla palestra La Patria) è una di queste e, al momento, sembrerebbe quella di maggiore interesse, in particolare per due associazioni. La metratura dei due appartamenti “è in un caso molto simile e in un altro inferiore a quella della Colombofila, che però può essere ampliata avendo capacità edificatoria residua. Chiaro che si tratterebbe di un investimento per chi valuterebbe di procedere” conferma l’assessore all’Urbanistica Riccardo Righi.
Le associazioni islamiche, dopo il sopralluogo, non hanno nascosto le loro perplessità, condivisibili se si considera lo stato in cui versa l’ex Colombofila abbandonata da anni, ma hanno preso tempo fino a settembre quando ci sarà un ulteriore incontro.
Intanto a storcere il naso sono le associazioni sportive che sostengono venga snaturata la vocazione dell’area che per l’Assessore Righi è polifunzionale in considerazione del fatto che vi dovrà trovare posto la nuova sede della Polizia Locale. Righi rassicura tutti: “come amministrazione ci rendiamo disponibili al dialogo”.
A luglio, dopo la trattativa diretta con la società immobiliare proprietaria, era stato dato il via libera all’acquisto dei primi quindici appartamenti (sei appartamenti che si trovano in una torre acquistati da Acer, gli altri nove che si trovano nell’altra torre acquistati dal Comune) e, a stabilire il prezzo degli alloggi, non passibile di rialzi né di ribassi, era stata la perizia disposta da Acer in qualità di stazione appaltante: 350 euro al metro quadrato. Complessivamente per i nove appartamenti il Comune di Carpi ha previsto una spesa di 223mila euro a cui aggiungere le spese notarili (28mila 500 euro).
Di questo passo ci vorrà un sacco di tempo per arrivare ad avere un numero di unità abitative sufficiente per partire coi lavori di riqualificazione…
S.G.