Da Carpi a Dresda per progettare il futuro della telecomunicazione

Riccardo Bassoli, carpigiano 37enne laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, dal 2019 vive a Dresda, in Germania, dove ha appena ottenuto una cattedra come professore universitario in Comunicazione Quantistica all'Università TU Dresden, e dove lavora attivamente a diversi progetti europei mirati alla progettazione e alla standardizzazione della rete 6G e dell’Internet quantistico.

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C’è un talento carpigiano tra i cervelli che stanno lavorando al futuro delle telecomunicazioni. E’ Riccardo Bassoli, 37 anni, professore universitario in Comunicazione Quantistica all’Università TU Dresden, in Germania, nonché membro attivo di diversi progetti europei mirati alla progettazione e standardizzazione della rete 6G e dell’Internet quantistico in grado di parlare non più il linguaggio dei bit, ma quello dei qubit o quantum-bit, unità fondamentali che forniscono infinite capacità di calcolo e di rappresentazione delle informazioni.

Come è iniziata la tua carriera di professore e ricercatore?

“Dopo la laurea specialistica, nel 2010, ho svolto il dottorato di ricerca in Inghilterra, presso l’University of Surrey di Guildford per circa quattro anni durante i quali ho anche lavorato ad Aveiro, in Portogallo, nell’Instituto de Telecomunicações e ad Airbus Defence vicino a Parigi. Finito il dottorato sono stato assunto come post-doc all’Università di Trento in cui ho lavorato per tre anni e mezzo e, una volta terminato, sono venuto a Dresda nell’agosto del 2019. L’anno scorso, presso l’Università di Dresda, è stata aperta una posizione da professore universitario in Comunicazione Quantistica per la quale mi sono candidato venendo selezionato”.

Di cosa ti occupi nello specifico?

“Faccio parte del CeTi – Centro per Internet Tattile, un’evoluzione dell’Internet classico che usiamo tutti i giorni. L’obiettivo è quello di permettere di inviare non solo contenuti audio e video come facciamo oggi, ma anche contenuti tattili, e questo servirà nei prossimi anni per migliorare l’interazione uomo-macchina, la collaborazione nell’industria tra uomini e robot, ma anche l’educazione, tramite realtà aumentate e virtuali in cui la percezione non coinvolge solo la vista e l’udito ma anche il tatto”.

Sembra molto complesso. A che punto siete?

“Questo tipo di programmazione pone dei problemi difficili da risolvere dato che la latenza dei dati tattili, combinati a quelli visivi, deve soddisfare dei requisiti che le reti correnti (4G e Internet) non possono supportare. Per questo l’internet tattile, combinato all’evoluzione del 5G che stanno implementando e commercializzando attualmente, potranno sviluppare questi nuovi servizi nell’industria, nella chirurgia da remoto e nel sistema educativo. Faccio parte anche del progetto europeo Hexa-x, in cui mi occupo della progettazione dell’architettura delle future reti 6G in modo da integrare in un unico sistema intelligenza artificiale e virtualizzazione delle funzioni di rete, per permettere la realizzazione di molteplici use case come i digital-twin, ovvero la creazione di gemelli digitali di oggetti reali che consentono di operare su oggetti virtuali come se fossero reali ma in un ambiente controllato. O ancora lo human telepresence, ovvero la comunicazione in cui l’uomo ha la possibilità di sperimentare la telepresenza. Sono inoltre un principal investigator nel progetto 6G-life per la progettazione della reta 6G in Germania, finanziato dal Governo tedesco con 70 milioni di euro, che coinvolge le università di Dresda e di Monaco, e in cui mi occupo di integrare in maniera efficace le tecnologie quantistiche all’interno delle reti 5G, in modo da creare architetture di comunicazione che supportino l’internet tattile e altri use case. Di recente sono anche entrato a far parte del Quantum Internet Alliance, il progetto della Commissione Europea che studia e progetterà il Quantum Internet in Europa, ovvero l’utilizzo delle tecnologie quantistiche nei sistemi di comunicazione per risolvere i problemi delle reti classiche, fino ad arrivare a reti che utilizzano quasi esclusivamente tecnologie quantistiche”.

Qual è l’orizzonte di standardizzazione di questi progetti?

“Se per il 6G il traguardo per la commercializzazione è stimato intorno al 2030, il Quantum Internet ha un orizzonte che viaggia fra il 2035 e il 2040”.

E’ una grande sfida quella a cui sta lavorando il professore carpigiano Riccardo Bassoli: far sì che la rete del futuro favorisca l’innovazione, il risparmio energetico e anche la sostenibilità ambientale e sociale.

Chiara Sorrentino