Alle volte mettere il naso fuori dai confini di casa può essere utile per comprendere appieno la gravità di un fenomeno ancora fortemente sottovalutato dalla politica. Di cosa stiamo parlando? Della carenza, ormai cronica, di uomini e mezzi, in particolare quelli speciali, in forza ai Vigili del Fuoco.
Nella nostra regione sono operative 9 autoscale, mezzi fondamentali per il soccorso ai piani alti. Pochissime. Il Comando di Piacenza ne è totalmente sprovvisto ed è costretto a operare con una piattaforma tridimensionale. Il Comando di Rimini copre tutto il territorio provinciale con una sola autoscala, al momento fuori servizio per manutenzione e sostituita con un mezzo di 33 anni prestato dal Comando di Belluno. Sul “mercato” non vi era nulla di meglio. “Più piccola, meno veloce ed efficiente rispetto alla nostra, dotata di cestello e barella già pronti all’uso, ora quando arriviamo in loco dobbiamo montare tutto perdendo tempo. Scala che deve andare in appoggio anche al Distaccamento di Novafeltria. Da Rimini è quasi un’ora… minuti che rubiamo al salvataggio tempestivo di vite umane”, denuncia il segretario provinciale del sindacato autonomo dei Vigili del fuoco di Rimini, Bruno Rigoni.
Il Comando dei Vigili del Fuoco di Modena avrebbe a disposizione due autoscale ma la seconda, di stanza a Carpi, è sistematicamente sballottata ovunque per coprire i tanti – troppi – buchi presenti in regione e oltre. Dopo quasi quattro mesi a Parma, la nostra scala era rientrata ma, verificatone il malfunzionamento è stata inviata in officina a Brescia preso la Iveco mezzi speciali dove è andata a ingrossare le fila dei mezzi dei Vigili del Fuoco da aggiustare, oltre una trentina. Verosimilmente non tornerà da noi prima della fine di ottobre… Una situazione insostenibile e potenzialmente esplosiva che in questi giorni sta tenendo banco sui giornali anche grazie alle denunce dei sindacalisti dei pompieri a cui al momento è stato risposto picche, d’altronde la situazione è grave non solo in Emilia Romagna ma su tutto il territorio nazionale. Della serie, mal comune… Qualcuno però non ci sta e continua a denunciare perché il silenzio assordante della politica in questa partita è a dir poco scandaloso.
“La politica italiana – sottolinea Massimiliano Clini, del sindacato Conapo Piacenza – non è mai stata particolarmente dalla parte dei Vigili del Fuoco. Facciamo comodo quando ci sono certe calamità e in quelle occasioni tutti si attaccano al carro dei vincitori per poi dimenticarsi nuovamente di noi. Il nostro compito è quello di garantire sempre il massimo supporto possibile alla cittadinanza e difficilmente lasciamo trasparire i problemi che ci affliggono ma c’è un limite a tutto. Un corpo nazionale che si occupa di soccorso tecnico urgente non può essere fondato solo sulla buona volontà, dev’essere supportato attraverso un adeguato numero di uomini e mezzi. Noi non siamo abituati ad alzare troppo la voce, le proteste urlate non ci appartengono ma amministratori e politici dovrebbero comprendere le nostre problematiche e farsene carico”.
E allora abbiate almeno il buon gusto di non chiamarli eroi, di non indossarne fieramente casco e giacconi sui luoghi delle tragedie. Chi altro si occupa in Italia di soccorso tecnico urgente? Quale altro corpo è paragonabile per competenze a quello dei Vigili del Fuoco? E allora perchè i nostri amministratori si limitano a richiedere rinforzi nei commissariati e nelle caserme per ottenere più uomini e donne che, malgrado indossino divise differenti, hanno sostanzialmente i medesimi compiti?
Qualora si dovessero verificare due incendi ai piani alti in due punti lontani della nostra provincia, chi si assumerà la responsabilità di scegliere dove indirizzare l’autoscala? Chi sarà disposto ad accollarsi “la colpa” di una tragedia annunciata? Una sola autoscala da Pievepelago a San Martino Spino è una vergogna: la politica – a tutti i livelli – smetta di girarsi dall’altra parte!
Jessica Bianchi