L’assenza sistematica dell’autoscala del distaccamento dei Vigili del Fuoco di Carpi, la seconda in dotazione alla nostra provincia, è ormai storia antica. Lo scorso anno, a marzo, alcuni rappresentanti del sindacato dei pompieri Conapo avevano incontrato il sindaco di Carpi, Alberto Bellelli, per ribadire la necessità di poter contare su un mezzo indispensabile per il soccorso soprattutto in una città come la nostra dove i palazzi sono numerosi.
Il mezzo infatti, a carico del Comando di Modena per quanto riguarda i lavori di manutenzione riparazione e gommatura, non appena varca il cancello di rientro viene puntualmente ceduto altrove. Una “migrazione” a dir poco avvilente che compromette il livello di sicurezza dei cittadini e degli stessi Vigili del Fuoco, costretti a lavorare in condizioni precarie. Una sollecitazione che il sindaco aveva raccolto scrivendo all’allora comandante provinciale Giuseppe Lomoro, denunciando “la non adeguatezza dei mezzi a disposizione in caso di emergenze” e chiedendo al contempo quali azioni sarebbero state “messe in campo per rafforzare, in termini di mezzi e uomini”, un distaccamento, quello di Carpi, che copre un territorio di circa 340 chilometri quadrati e un bacino di utenza di 125mila persone.
La risposta di Lomoro fu sostanzialmente picche: “la competenza è del Ministero dell’Interno e del Dipartimento dei Vigili del Fuoco”. Ergo a livello locale abbiamo le mani legate.
Un rimpallo di responsabilità che non deve però scoraggiare i nostri amministratori dall’insistere, andando a bussare, possibilmente insieme, direttamente al Ministero dell’Interno perché una sola scala su un territorio, quello provinciale, che si estende da Pievepelago a San Martino Spino, è una vergogna tutta italiana.
“La mancanza di autoscale – spiega Bellelli – è un problema comune a tutto il nostro Paese ma il tema della sicurezza è per noi una priorità. Non appena si sarà insediato il nuovo Governo scriveremo al ministro dell’Interno per richiedere più cose: dal rafforzamento dell’organico del nostro Commissariato all’esigenza di avere un’autoscala fissa a Carpi, passando per il consolidamento degli argini del Secchia per innalzare così, su più fronti, il livello di sicurezza del nostro territorio”.
E se i sindaci del territorio anziché ricorrere a una missiva facessero fronte comune e, imbracciata la fascia tricolore, “marciassero” su Roma per far sentire le loro ragioni? Chi se non loro può farsi portavoce delle istanze dei propri cittadini per tutelarne l’incolumità? Qualora si dovessero verificare due incendi ai piani alti in due punti lontani della provincia, chi si assumerà la responsabilità di scegliere dove indirizzare l’autoscala? Chi sarà disposto ad accollarsi “la colpa” di una tragedia annunciata?
Domani la scala rientrerà da Parma, scommettiamo che in un battito di ciglia sarà nuovamente destinata altrove?
Jessica Bianchi