L’Emilia le scorre nelle vene, insieme al suo reticolo di canali e acqua. Ed è proprio alla sua terra amata che la carpigiana Franca Gualtieri ha dedicato il suo nuovo libro Voci dall’argine (edizioni Il Rio). Sei racconti brevi che risuonano come un canto d’amore. Un appassionato inno alla Natura e al Creato. In Voci dall’argine sono gli animali, gli alberi, i fiumi a prendere la parola. Sono loro a sussurrarci all’orecchio come l’uomo stia drammaticamente e sistematicamente distruggendo l’ambiente. Voci sottili, ronzanti, come quelle delle api costrette a riunirsi in congresso per far fronte alla progressiva scomparsa di piante mellifere e all’avvelenamento della terra. Sospinte dal motto “Tra l’arrendevolezza e la viltà spicca sempre il coraggio”, queste straordinarie creature troveranno la forza di rivoluzionare tutto, grazie a nuove “strategie e collaborazioni” e andare alla conquista di nuovi mondi.
Voci dall’argine è una favola potentissima. Pagine che affondano le loro radici nel realismo magico ma che hanno sempre due livelli di lettura differenti.
I bambini resteranno incantati nel conoscere Amon, il bracco ungherese, il cui “nome si confonde con amor” che un giorno decide di rifarsi una vita lontano dal suo padrone per correre finalmente libero anziché seguirlo nella caccia.
E gli adulti non potranno che commuoversi davanti alle parole della grande quercia che rievoca il giorno in cui “la pianura pianse”. Quando persino l’antico albero temette di morire, a causa del tremore della terra.
E poi ci sono i piccoli gesti degli uomini. Gli odori famigliari che ci rimandano alle tradizioni della nostra Emilia. “L’odore del brodo buono di cappone o di ragù”. “Il profumo del pane appena sfornato e quello più delicato dell’abbraccio della nonna che ci schiacciava il naso sulla camicia di cotone, ancora fresca di bucato e profumata di lavanda”.
Un libro, quello di Franca, corredato dalle bellissime fotografie di Alessandro Andreoli, che conquista per la sua delicatezza, per la sua capacità di ricordarci che sono le piccole cose a rendere la vita speciale.
Pagine che ci invitano a guardare con incantata meraviglia la straordinaria bellezza dell’ambiente che ci circonda. Siano i pioppi che “risplendono di un irrorato sfavillio” e che si flettono al vento sugli argini del Secchia o gli occhi di un cane bisognoso d’amore.
In Voci dall’argine è la Natura che ci parla e ci invita, con persuasiva dolcezza, a rispettarla. Una favola ambientalista agrodolce che ci ricorda l’importanza di ridar vita alle cose e di come nulla sia mai “finito, perché tutto può cambiare”. Con un po’ di fantasia e di amore.
Jessica Bianchi