Mercoledì 27 aprile, dalle 18, doppio appuntamento dedicato al compositore francese Olivier Messiaen, con la presentazione di composizioni inedite ispirate al Quatuor pour la fin du temps, a cura degli allievi dell’ISSM Vecchi Tonelli, e Concerto serale dei docenti a partire dalle 20.30 presso Auditorium Ghiaurov (via Selmi, 81, Modena).
In occasione dei trent’anni della scomparsa, l’istituto Vecchi-Tonelli celebra il grande musicista francese con un doppio evento, che coinvolgerà docenti e allievi dell’Istituto Vecchi-Tonelli. Un omaggio musicale al grande compositore francese, Olivier Messiaen, del quale ricorre (proprio il 27 aprile) il trentesimo anniversario della scomparsa.
Alle ore 18, dopo una breve introduzione i giovani allievi della classe di Composizione, seguiti nel progetto dal Maestro Daniele Bisi, vedranno eseguiti i loro lavori (ben otto prime esecuzioni) ispirati in diverso modo ad uno dei capolavori di Messiaen – e anche pietra miliare del repertorio moderno – il Quatuor pour la fin du temps. Nuova musica giovane per altrettanto giovani esecutori, dai 12 ai 25 anni; saranno infatti gli allievi dei corsi strumentali del Vecchi-Tonelli, nella formazione di clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, a interpretare le composizioni dei loro compagni di studi.
A seguire, alle ore 20.30, a cura dei docenti dell’ISSM Vecchi-Tonelli – Cosimo Linoci, Eugenia Lentini, Anna Freschi e Luca Benatti – l’esecuzione del Quatuor pour la fin du temps.
Di ben poche presentazioni ha bisogno questa opera d’arte assoluta, nata tra il 1940 e il 1941 in un campo di prigionia al confine tra Germania e Polonia, ascoltata per la prima volta da cinquemila prigionieri e che non fu più eseguita, a causa degli avvenimenti di guerra, dagli stessi quattro musicisti per cui era stata originariamente scritta. “Questa musica ci riscatta tutti. Un riscatto sulla prigionia, la mediocrità e soprattutto, su noi stessi” (un anonimo ascoltatore della prima esecuzione del Quatuor): il Quartetto per la fine del tempo è uno sguardo di speranza oltre le miserie della storia umana, che procede dalle suggestioni visionarie del libro dell’Apocalisse secondo San Giovanni e che integra fede e scienza; la scienza del ritmo, di cui Messiaen era assiduo studioso, quasi ‘filosofo’; la scienza dell’ornitologia, di cui il compositore era appassionato (nonché trascrittore tenace del canto degli uccelli). Queste e altre particolarità del compositore e del suo Quartetto verranno brevemente illustrate nella presentazione delle ore 18 a cura di Luca Benatti. Un’opera d’arte che rivive, a Modena, in un momento nel quale i venti della guerra sembrano soffiare vicini e minacciosi e in un momento nel quale l’arte può contribuire a renderci più elevati e più profondamente umani. Ingresso libero fino a esaurimento posti.