I Testimoni di Geova della provincia di Modena invitano tutti ad assistere all’annuale Commemorazione della morte di Gesù Cristo, che si terrà la sera del 15 aprile dopo il tramonto, secondo le indicazioni riportate nei Vangeli (Luca 22:19). Questo è l’evento più importante dell’anno per i Testimoni di Geova. L’anno scorso vi hanno partecipato oltre 500.000 persone in Italia e oltre 21 milioni in tutto il mondo, con un aumento del 19,7% rispetto al 2020.
“In tempi come questi abbiamo più che mai bisogno di speranza. La speranza aiuta una persona a guardare avanti con coraggio e fiducia verso la realizzazione delle promesse di Dio. Ecco perché partecipare a questo evento speciale può cambiare la vita”, ha commentato Roberto Guidotti, portavoce dei Testimoni di Geova per l’Emilia Romagna.
Lo dimostra ciò che è avvenuto a tre persone la cui esperienza di vita è simile a quella di molti in Italia.
Masih, un immigrato, è cresciuto in una famiglia poverissima ed è fuggito dal suo paese in cerca di una vita migliore. È giunto clandestinamente in Italia viaggiando per molti giorni a piedi: “Camminavamo di notte e, a causa del freddo e della fame, molti che viaggiavano insieme a me sono morti. Arrivato in Italia il mio unico obiettivo era lavorare duramente per fare soldi. Conoscere gli insegnamenti di Gesù però ha trasformato la mia vita. Adesso guardo al futuro con fiducia e so che la mia amicizia con Dio merita ogni sforzo”.
Una detenuta del carcere di Rebibbia ha iniziato a studiare la Bibbia con una Testimone di Geova che opera come ministro di culto all’interno delle carceri. Spinta dalla gratitudine per quello che ha imparato, la donna ha fatto i preparativi per celebrare in modo dignitoso la Commemorazione. “Ho pulito a fondo la cella, mi sono vestita bene e ho messo una tovaglia bianca sul tavolo”, racconta. La donna ha invitato altre detenute a leggere alcuni passi della Bibbia e a pregare insieme.
Maria, che ha 92 anni e vive sola, ha sofferto molto per l’isolamento imposto dalla pandemia. Grazie all’aiuto di alcuni compagni di fede ha imparato a usare smartphone e tablet per collegarsi con loro in videoconferenza. “Grazie a questo aiuto oggi posso essere presente alle riunioni cristiane ed essere incoraggiata dalle promesse di Dio. Se ci sono riuscita io a 92 anni, tutti ci possono riuscire”.
Masih, Maria e la detenuta di Rebibbia hanno trovato una vera speranza che li ha aiutati ad affrontare gravi difficoltà personali e anche quest’anno, venerdì 15 aprile, ricorderanno la morte di Gesù esaminando le solide ragioni per cui è possibile avere fede nella promessa di un futuro migliore contenuta nella Bibbia.
Per la prima volta la Commemorazione della morte di Gesù si terrà in modalità ibrida. Seguendo il protocollo concordato con il governo, tutti i luoghi di culto saranno infatti gradualmente riaperti a piccoli gruppi di presenti, e chiunque desidera unirsi potrà farlo anche in videoconferenza attraverso la piattaforma Zoom. L’accesso all’evento è gratuito e non è richiesta alcuna registrazione. Le informazioni per partecipare localmente sono disponibili su jw.org