Università a Carpi, un’operazione da quasi 20 milioni di euro: “è un momento storico”

Il cantiere per la realizzazione del nuovo polo universitario - che si estenderà su una superficie di 5mila metri quadri e sarà monopiano come da progetto del gruppo milanese Lombardini22, prenderà il via nel mese di marzo e “dovrebbe concludersi entro luglio del prossimo anno in tempo per l’apertura dell’anno accademico 2023/2024”.

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18,5 milioni di euro. Tanto costerà il nuovo polo universitario di Carpi che sorgerà alle spalle della stazione ferroviaria. “Il più importante investimento mai realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi”, lo ha definito il presidente uscente Corrado Faglioni. L’investimento patrimoniale complessivo di 12,5 milioni è così suddiviso: 2 milioni di euro se ne sono andati per acquistare il terreno nell’Oltreferrovia, 8 sono quelli assegnati alla AeC Costruzioni di San Possidonio per costruire il nuovo Polo e le opere annesse. 600mila euro sono serviti per acquistare il complesso dell’ex Consorzio Agrario, 700mila euro di contributo di costruzione sono stati versati al Comune di Carpi mentre la parte residua finanzierà la sistemazione dell’area circostante il consorzio per creare il necessario raccordo con la nuova struttura. Accanto a tali risorse, per dar corpo al progetto di alta formazione sul territorio, l’ente destinerà all’università 500mila euro l’anno, per una cifra complessiva di 6 milioni, in un arco temporale di dodici anni, “per sostenerne l’attività didattica e di ricerca. Noi spianiamo la strada poi dovranno essere le aziende a comprendere il valore e le potenzialità di questa opportunità. La struttura infatti avrà laboratori che potranno favorire la nascita di start up, dove si potrà sperimentare e dialogare col tessuto produttivo locale e non”, prosegue Faglioni. Il cantiere per la realizzazione del nuovo polo – che si estenderà su una superficie di 5mila metri quadri e sarà monopiano come da progetto del gruppo milanese Lombardini22, prenderà il via nel mese di marzo e “dovrebbe concludersi entro luglio del prossimo anno, in tempo per l’apertura dell’anno accademico 2023/2024”. La convenzione tra Fondazione, Università di Modena e Reggio Emilia e Comune di Carpi è stata approvata e firmata questa mattina (martedì 15 marzo) dai tre giocatori in campo: “con questa firma – ha detto il presidente della Fondazione – scriviamo una pagina importante della storia del ventunesimo secolo della nostra città. E’ un sogno che si realizza, nonché un vero e proprio momento storico”. Con la firma si apre la fase operativa: sta infatti a Unimore procedere con l’iter per la formulazione dell’accreditamento della sede e del corso di laurea magistrale, interamente in lingua inglese, Engineering for industrial Sustainability, da parte del Ministero dell’Università e Ricerca e dell’Agenzia  nazionale di valutazione del sistema universitario. 

La firma della convenzione

“Il nostro è un territorio ricco di storia e tradizione – ha sottolineato il rettore Carlo Adolfo Porro – ma anche di spirito imprenditoriale. La nostra economia però può reggere e mantenere il suo posizionamento solo se si investe in ricerca, formazione e sviluppo. Senza questi elementi non ci sarà futuro. Il corso che prenderà avvio a Carpi sarà innovativo, capace di offrire una formazione al passo coi tempi, e accompagnerà – studenti e aziende –  nel processo di trasformazione in atto, senza trascurare uno degli asset più importanti, ovvero la sostenibilità. Un corso magistrale che non esiste ancora nel nostro ateneo e che dunque non costituisce alcun doppione”. Ma numericamente parlando, quanti iscritti dovrà avere il corso di studi nascente per essere sostenibile? Il rettore di Unimore non si sbilancia: “noi siamo ambiziosi e ci auguriamo possa raggiungere numeri importanti ma siamo anche realistici e dunque mi aspetto che alla partenza vi siano circa 50 studenti”. 

Ma per il marketing c’è tempo, ora la sfida sarà quella di costruire, bene e nei tempi, nonostante i gravi contraccolpi del conflitto russo – ucraino sui prezzi delle materie prime e sull’approvvigionamento dei materiali edili.

Il Comune di Carpi dal canto suo si è reso disponibile all’implementazione dei servizi di trasporto, degli standard urbanistici e delle opere infrastrutturali necessarie, per agevolare e consentire la fruizione del polo nell’Oltreferrovia, “una localizzazione, a ridosso della stazione, scelta per la sua vicinanza al centro storico, per incentivare ulteriormente la mobilità alternativa e per dare nuovo impulso alla riqualificazione dell’area”, aggiunge l’assessore all’Urbanistica Riccardo Righi (ndr – ricordiamo che inizialmente la Fondazione voleva che il polo sorgesse nell’area del Parco Santacroce già di sua proprietà e forse l’operazione sarebbe stata maggiormente sostenibile dal punto di vista economico). “L’università – ha chiosato infine il sindaco Alberto Bellelli – si trova su quella linea ferroviaria che ci connette col mondo. L’auspicio è che questo corso diventi un elemento di innovazione e crescita per tutto il territorio affinché Carpi, prima città non capoluogo di provincia a ospitare un polo tecnologico universitario in Emilia Romagna, si ponga quale centro di riferimento per un bacino ben più esteso rispetto a quello attuale”. 

Speriamo che per vedere i primi risultati non si debbano affrontare le funamboliche peripezie a cui sono abituati i pendolari della linea Carpi-Modena… ma questo è un altro capitolo, a ben pensarci, della stessa storia.

Jessica Bianchi 

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