La Torre dell’Orologio di Novi di Modena, distrutta dal terremoto del 2012 tornerà finalmente a vivere. Il progetto è stato presentato ieri sera presso la Sala Civica Ferraresi e in collegamento on line. Grande l’emozione del sindaco Enrico Diacci nel fare gli onori di casa: “la nuova torre sarà innanzitutto un luogo da vivere. Questo, infatti, è un progetto che coniuga passato e presente, che incarna storia e innovazione ed è frutto di un lungo percorso di partecipazione anche con la città. La torre vuol essere di tutti, aperta alla comunità. Rappresenta il territorio, è divenuta un simbolo anche nei momenti più bui della nostra memoria. L’impegno è quello di ricostruire un edificio visitabile, in cui entrare e salire. La torre tornerà a essere quella dell’orologio e la campana ricomincerà a suonare l’ora, forte elemento di identità. La si potrà vivere dall’interno e diventerà la torre di tutti”. A dieci anni di distanza dal sisma che ha segnato i nostri cuori e le nostre città, i cittadini di Novi possono tornare finalmente a sperare di rivedere svettare la “loro” torre: “una struttura – ha aggiunto il sindaco Diacci – che non si limiterà più a guardarci dall’alto ma che ci offrirà la possibilità di viverla dall’interno”.
Il manufatto vincolato dovrà essere rifatto secondo alcuni principi dettati dalla Soprintendenza, ha aggiunto l’architetto Mara Pivetti, “non sulla base del com’era e dov’era bensì all’insegna di semplicità, misura, garbatezza e compostezza oltre a rispettare le cromie tradizionali. La torre dovrà poi interpretare le aspettative legate al percorso partecipativo, nel rispetto di alcuni elementi identitari tra cui l’orologio e la cella campanaria”.
Un progetto di ricostruzione, ha spiegato l’architetto Lorenzo Lipparini, tecnico incaricato della progettazione insieme all’ingegner Luca Reggiani, “partito da un’indagine storica per capire l’evoluzione della torre e dell’isolato da cui sono scaturite varie soluzioni per trovare un accordo con la Soprintendenza. La nuova torre avrà un orologio di dimensioni ridotte, una cella campanaria che termina come quella pre 1928 e un marcapiano ripreso da un piccolo cornicione nella parte sommitale. Fino al secondo piano è ancora presente la cortina muraria storica non crollata durante il sisma su cui ricostruiremo la parte emergente. Si entrerà da Piazza 1° Maggio e una scala consentirà di raggiungere il secondo piano, nella torre vera e propria, da cui si potrà poi salire fino alla cella campanaria. I vari piani potrebbero essere semi trasparenti per percepire tutto il volume della torre, una vista davvero suggestiva. Infine, all’ultimo piano vi saranno delle botole per separare l’interno dall’esterno e da cui si potrà uscire per affacciarsi dal balcone e godere di una vista di Novi dall’alto”.
Dal punto di vista strutturale, ha aggiunto l’ingegner Luca Reggiani, “ci siamo interrogati su quale fosse la scelta migliore per dare alla torre staticità, consistenza e affidabilità. Per la parte basamentale si prevede un rinforzo della struttura fondale, mentre la parte di muratura residua verrà consolidata con materiali maggiormente resistenti ed elastici. Non ci accontenteremo di risanare la muratura storica ma la aiuteremo con delle strutture nuove in acciaio e la cerchieremo per darle maggiore resistenza e duttilità. Sulla sommità della parte residua verrà ripristinato il profilo del crollo e collocato un cordolo in acciaio che accoglierà le cerchiature che provengono dal basso e fanno da innesto per la parte nuova della torre: una struttura in acciaio, leggera, che sarà in grado di accogliere la scala interna, il paramento esterno e la collocazione della nuova cella campanaria”.
Ora che è stata incassata l’autorizzazione della Soprintendenza, verrà finalmente istruita la pratica per la concessione del contributo post sisma e inizierà formalmente l’iter che porterà al cantiere: “l’edificio – spiega Architetto Sara Gherardi, responsabile del Servizio Tecnico Manutentivo e Patrimonio del Comune di Novi di Modena – è una proprietà mista pubblico-privata con prevalenza di una quota privata (I.T.I. Impresa Generale di Modena) e questo aiuta in termini di celerità”.
I lavori dovrebbero iniziare nel febbraio 2023 e terminare nella primavera 2024.
Jessica Bianchi