Prosegue la riduzione, ancora più marcata rispetto alla precedente settimana, della percentuale di positività e del numero di nuovi casi nel modenese. Inoltre per la prima volta in questa quarta ondata si registra un calo nel numero di ricoveri quotidiani. Al 14 febbraio in provincia di Modena sono accertati 9.400 (erano 16.573 il 7 febbraio, -43%) casi di persone con in corso l’infezione da Covid-19. Dei positivi attivi, 9.051 sono in isolamento domiciliare o presso altre strutture.
Sono invece 349 (erano 402 il 7 febbraio, -13%) i pazienti assistiti in regime di ricovero negli ospedali della provincia di Modena.
Un calo che si registra in tutta la regione e che quindi potrebbe tornare presto in zona bianca. In Emilia-Romagna l’incidenza è passata da 2.789 nel periodo 17-23 gennaio a 1.242 dal 31 gennaio al 6 febbraio. Inoltre, anche l’Rt è attorno allo 0,7, tra lo 0,64 e l’0,79. Un dato incoraggiante perché, sottolinea l’assessore regionale Raffaele Donini, “promette che la curva epidemiologica possa addolcirsi e diminuire nei prossimi giorni. Sul fronte della saturazione dei reparti ospedalieri non abbiamo mai rischiato l’arancione in maniera evidente. Oggi ci siamo molto allontanati da quella soglia e stiamo tornando verso la zona bianca. Possiamo farlo nel giro di qualche settimana e ciò vuol dire avere meno impegnati i reparti per il fabbisogno delle terapie Covid. Inoltre, avremo più possibilità di riprendere e riorganizzare le programmazioni ordinarie che interessano il sistema sanitario”. Ad oggi, infatti, la saturazione dei reparti è al 23,5%, mentre il limite per entrare in zona bianca è al 15%. Quanto alle terapie intensive la percentuale è al 12,7% e per rientrare occorre il 10%.
Oltre agli aspetti strettamente sanitari, c’è anche il tema economico, legato ai costi sostenuti dalle Regioni per garantire i servizi sanitari necessari a mantenere efficiente l’intera macchina della sanità regionale. “Al Governo – conclude Donini – come Regioni abbiamo chiesto che si sancisca il principio per il quale i costi Covid sostenuti nel 2021 e 2022 dalle Regioni vengano riconosciuti come costi a carico dello Stato: non si può lasciare quel peso economico e finanziario sulle spalle delle Regioni, perché anche quelle più ricche, efficienti e forti non lo sopporterebbero”.