“Chi cercasse sul lato sud dell’edificio della stazione i lavori di scavo per il sottopasso ciclopedonale che porterà all’Oltreferrovia, che vuol dire verso il Parco Lama e la futura zona universitaria, vedrebbe un asfittico budello che passerà sotto i binari e sarà l’ingresso della città verso il nuovo lato est di Carpi”. Ferma la condanna espressa dal Gruppo di lavoro Ambiente e Territorio di Carpi Futura sul prolungamento del sottopasso ferroviario, i cui lavori stanno procedendo a passo spedito. “Avete presente quelle piccole porte che nei condomini immettono negli scantinati? Quelle dove si fatica a far entrare la bicicletta a mano insieme al conducente? Ecco, quella è l’entrata attuale del sottopasso: la porta della città. Nei fatti due biciclette che si incrocino nemmeno ci staranno”, prosegue Carpi Futura che guarda a quanto fatto alla stazione di Parma come a un esempio da imitare. Certo il traffico ferroviario di Carpi non può nemmeno essere paragonato a quello parmense, snodo fondamentale per le tratte dirette a Milano da un lato e alla Liguria dall’altro, ma forse qualcosa in più poteva essere fatto. Le dimensioni del sottopasso e soprattutto le brusche “curve” ad angolo retto del primo tratto infatti rendono di fatto impossibile – e pericoloso – una discesa o una salita restando in sella alla propria bicicletta. Nel caso si fosse in due poi non si potrebbe far altro che procedere in fila indiana. E’ comunque impensabile che un sottopasso in cui transitano anche i passeggeri sia ciclabile, abbiate quindi almeno l’onestà di definirlo pedonale. “L’ha disegnata un architetto o tecnico esperto? L’ha approvata un politico? O viceversa? E’ il massimo che le Ferrovie ci hanno consentito di fare? Oppure è forse questa la visione larga della Giunta Bellelli per la nuova vita che fiorirà nel Comparto Est di Carpi?” si domandano i componenti di Carpi Futura decisi a presentare sul tema un’interrogazione in Consiglio Comunale.
Al alzare la testa è anche l’associazione Parco Lama: “questo non è un sottopasso ciclo-pedonale adeguato a un progetto urbanistico come quello che abbiamo immaginato dieci anni fa per Carpi. Un semplice sottopasso pedonale stretto e non lineare, non ciclabile, senza rampe di accesso grandi e visibili, percorribile tra viaggiatori diretti ai treni e con le biciclette a mano sarà considerato un semplice corridoio della stazione dei treni ma non l’accesso ad una nuova parte della città. Il sottopasso è l’elemento simbolico principale di questa trasformazione urbanistica senza la quale la città perde l’opportunità storica di determinare il suo futuro condiviso”.
Certo i lavori non sono ancora terminati ma stando a quanto possiamo vedere oggi la porta che si affaccerà a Est è alquanto piccina. In qualche modo proporzionale a quanto sorgerà dall’altra parte… ma questa è un’altra storia.
Jessica Bianchi