Carpi diventa la città più conveniente della provincia per la spesa alimentare

La ventisettesima indagine sui prezzi praticati dalla Grande Distribuzione in provincia di Modena promossa da Federconsumatori sancisce l’inedito sorpasso delle Terre d’Argine, un territorio dove evidentemente la tensione competitiva, anche dovuta alle numerose aperture e alla concorrenza dei Discount, ha portato a un allineamento al basso dei prezzi nelle principali strutture.

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La ventisettesima indagine sui prezzi praticati dalla Grande Distribuzione in provincia di Modena promossa da Federconsumatori Modena sancisce l’inedito sorpasso delle Terre d’Argine, un territorio dove evidentemente la tensione competitiva, anche dovuta alle numerose aperture e alla concorrenza dei Discount, ha portato a un allineamento al basso dei prezzi nelle principali strutture.

Federconsumatori Modena non ha legami con le aziende che monitora e in prima persona rileva migliaia di prezzi in decine di strutture commerciali della nostra provincia. Federconsumatori non “vende” i risultati dell’indagine e non propone, come altri fanno, bollini a pagamento per le insegne o i negozi più convenienti.

I MODENESI, LA GDO E L’INFLAZIONE. Nel 2020, per il secondo anno consecutivo, l’inflazione della città di Modena era cresciuta molto più di quella nazionale, in particolare nel segmento alimentare. Il primo dato importante è quindi il confronto (ottobre 2020/ottobre 2021), del dato inflattivo sui prodotti alimentari e bevande analcoliche. A Modena si registra un -0,2%, contro un dato regionale del +0,9% e nazionale del +1,1%. Ciò nonostante il dato modenese generale di inflazione si allinea al +3% nazionale (lievemente di sotto al 3,2% regionale) a causa della notevole differenza nel capitolo Mobili, articoli e servizi per la casa che registra un +2,9% a Modena, contro l’1,4% a livello nazionale. Ma anche il settore ristorazione e alberghi ha contribuito ad azzerare, con incrementi superiori al dato nazionale, i benefici portati dal contenimento dei prezzi nel settore alimentare. Quindi possiamo promuovere, almeno per la Città di Modena, il comportamento sul fronte prezzi della GDO, segnalando il diverso comportamento di altre parti economiche, prime tra tutti gli interventi tecnici a domicilio, anche per l’effetto Ecobonus, i negozi di mobili, i ristoranti e le strutture ricettive.

CHI VINCE E CHI PERDE: LE AREE DELLA PROVINCIA. La tradizionale classifica per aree territoriali contiene uno dei dati clamorosi dell’indagine 2021. Dopo anni di dominio del Distretto ceramico, nel 2020 la città di Modena era tornata in testa, nel ruolo che dovrebbe tipicamente spettare alla città capoluogo. Un “regno” durato poco, ma non per il ritorno in vetta di Sassuolo e Fiorano (area che diventa terza), ma per l’inedito sorpasso delle Terre d’Argine. Un territorio dove evidentemente la tensione competitiva, anche dovuta alle numerose aperture ed alla concorrenza dei Discount, ha portato ad un allineamento al basso dei prezzi nelle principali strutture. Carpi diventa così, stupendo tutti, la città più conveniente della provincia per la spesa alimentare. Stupore, permetteteci, che dovrebbe in modo diverso accompagnare anche i dati dell’Area Nord, per la disattenzione che si registra, a partire dalle Amministrazioni locali, per una condizione che penalizza gli 85.000 cittadini e cittadine dell’Area Nord, con prezzi elevati ed ingiustificati, a fronte di una presenza comunque significativa della GDO. Quindi promossa la GDO a Carpi, bene anche Modena e l’Area di Sassuolo e Fiorano; bocciata quella dell’Area Nord.

CHI VINCE E CHI PERDE: LE INSEGNE. Per molti anni la nostra indagine ha vissuto sul dualismo tra Coop ed Esselunga e trai loro diversi formati commerciali. La notizia era sempre quella, con Conad a volte ad inserirsi trai due con il proprio Iper. La crisi strutturale del formato ipermercato, scelta radicale di Coop Estense a partire dagli anni ‘80 (Si veda ad esempio la tabella 2.2. A Bologna e Reggio Emilia i mq di Ipermercati per abitante sono 60, a Modena 107, a Ferrara 199), ha contribuito a determinare una condizione negativa per i conti aziendali, per soci e consumatori. In questo senso la revisione del modello ipermercato da parte di Coop, attualmente in corso, va seguita con attenzione. Ciò detto nella competizione a due anche quest’anno a vincere è Coop Alleanza 3.0, e a perdere è – più nettamente degli ultimi anni – è Esselunga, che perde nel confronto con Coop in tutti i segmenti misurati, ad eccezione dei dati aggregati per insegna. Un dato dove Coop paga i prezzi più elevati praticati in quattro dei suoi sette Ipermercati, tema sul quale dirò più avanti. Nelle Grandi Marche il primo Esselunga è al decimo posto nel prezzo intero e scontato, ed al terzo nel riservato ai possessori di Carta Fidaty, area questa di grande impegno per l’azienda. Nel Grandi Marche è particolarmente negativa la performance di Esselunga a Modena, in fondo alla classifica anche nei prezzi delle Private Label, a poca distanza da Sassuolo e Soliera. Unico risultato positivo è nella classifica dei Primi prezzi, dove Esselunga di Modena si pone al settimo posto, dopo cinque discount e Panorama. Coop batte Esselunga nuovamente nelle consegne a domicilio e, assai nettamente, vince in assoluto in una delle novità di questa indagine: il paniere dei prodotti sanitari. Un elemento importante, quello del contenimento dei prezzi dei prodotti resi indispensabili dalla pandemia, che deve essere considerato con attenzione. Le scelte di Esselunga sul fronte prezzi sono evidenti. Poco competitiva sui prezzi interi, impegno importante sulla promozionalità, ma senza risultati diversi dagli altri competitori. Sembra essere lontano il tempo nel quale Esselunga era la lepre irraggiungibile, dietro la quale arrancavano le altre insegne. Dopo aver azzeccato il formato commerciale preferito dai consumatori, oggi largamente imitato, l’azienda fondata da Bernardo Caprotti ha (dall’osservatorio modenese) probabilmente bisogno di un tagliando, nonostante gli importanti utili. Ad esempio, spingere in modo rilevante sugli sconti dedicati ai possessori di Carta Fedeltà funziona soltanto se non c’è un effetto trasferimento sui prezzi non scontati, cosa che probabilmente sta accadendo. Anche Coop Alleanza dovrebbe riflettere sulle eccessive differenze che si registrano trai propri Ipermercati nel paniere Grandi Marche, coi fanalini di coda Mirandola e Formigine. Si può fare certamente di più, e meglio. Più contenute invece le differenze nel paniere Private Label, dove i prodotti a marchio Coop sono certamente un elemento di successo di questa insegna, e in quello Primi prezzi.

Ma il primo soggetto per quote di mercato in Italia non è né Coop né Esselunga, ma Conad. L’Ipermercato di questa insegna a Modena sale su di un podio molto stretto, con il primo posto condiviso nel paniere Grandi Marche coi due Ipercoop modenesi. Un allineamento che forse ha contribuito al sorpasso delle Terre d’Argine, con il supermercato Conad di via Pezzana a Carpi che, ad esempio, fa registrare prezzi minori dell’Iper della stessa catena. Rete Conad raramente competitiva nel paniere Grandi Marche, ma che registra discreti risultati nella propria Private Label. Se Conad “crede” nei prodotti a proprio marchio, che nella Rete considera centrali, stessa cosa non si può dire rispetto ai primi prezzi; classifica dove Conad stabilmente è agli ultimi posti per i prezzi praticati.

Vince ancora Rossetto, nella classifica del negozio più conveniente, con la sua unica struttura di Fiorano. Vince però meno largamente del passato, ad una distanza non abissale dall’Ipercoop di Carpi. Ma il ridimensionamento di questo risultato è soprattutto legato alle modeste performance sugli altri indici. Rossetto ha un limitato assortimento col proprio marchio, tanto da rendere difficoltoso il rilevamento. In un mercato dove le Private Label hanno conquistato il 20% del mercato questa scelta non pare convincente, e certamente pesano le modeste dimensioni del Gruppo, che ha soltanto 25 punti vendita. Stessa cosa vale per i Primi prezzi, una categoria dove Rossetto non tenta la competizione né coi discount né coi diretti concorrenti. Rossetto, coi suoi ripetuti primi posti in classifica, non solo a Modena, ha deciso che il proprio core business è concentrato nei prodotti Grandi Marche a prezzo intero. Una posizione interessante, di un soggetto che con la sua “impertinenza” trasforma il commercio della GDO nelle aree dove si insedia. Viene da chiedersi cosa succederebbe se Rossetto si insediasse nell’Area Nord; a Mirandola, o a Finale, oppure a San Felice, dove il Supermercato più conveniente ha prezzi superiori del 15% a quelli di Rossetto di Fiorano. Ma un carrello della spesa non è fatto solo di Grandi Marche, e l’anno prossimo misureremo quel carrello in profondità; vedremo allora dove si posizionerà Rossetto. Infine il pesante arretramento di un’altra insegna con un unico supermercato in provincia. Unes ci aveva abituato ai secondi posti, dopo Rossetto; ora precipita a metà classifica, ad eccezione della propria Private Label, caratterizzata da prezzi bassi. Private Label che però, va ricordato, possono essere di qualità, e ovviamente di prezzo, assai diversi tra di loro.

In ultimo le consegne a domicilio. Troppo sbrigativamente sono state catalogate come il futuro della Grande Distribuzione. In realtà la crescita attesa nel 2021 non si è registrata, e la marginalità in questo settore è cosa assai difficile da raggiungere. Inevitabile che i costi per i consumatori crescano, spingendo al ritorno al carrello fisico. Ai due modelli noti a Modena se n’è aggiunto un terzo, Everly, che abbiamo monitorato per la prima volta.

I DISCOUNT. Ovviamente sono stati misurati solo nella categoria Primi Prezzi, e non sono mancate le sorprese: i tre discount più convenienti sono situati nelle aree della provincia dove i prezzi sono più elevati. Per la prima volta un negozio in Appennino vince una classifica di qualunque natura, in questo caso Eurospin di Pavullo risulta il discount più conveniente della provincia, seguito dal Lidl di Finale Emilia e dall’Eurospin di Vignola. Male il Lidl di Modena, più caro del 6,5% del gemello di Finale. I discount hanno ormai raggiunto in Italia il 20% di quota di mercato, spinti dalla crisi economica, mentre in Germania la quota ha superato il 40%. Non è quindi più possibile considerare queste strutture marginali; vanno osservate con attenzione nei loro effetti sociali ed economici, negli effetti sulla filiera produttiva alimentare, nella concorrenza con gli altri formati, nell’occupazione e nella qualità dei prodotti venduti. Questo vorremmo fare nel prossimo futuro, anche al di fuori della nostra storica indagine sui prezzi.

INFINE. “Infine – conclude Marzo Govoni presidente di Federconsumatori – i ringraziamenti. Al Prof. Sandro Dima, storica colonna di questa indagine, a Pamela che ha tenuto i contatti con le insegne commerciali e coordinato i nostri straordinari collaboratori, che hanno macinato chilometri su e giù per la provincia, da Pavullo a Finale Emilia, per consentire a Federconsumatori di presentare questa ventisettesima indagine sui prezzi praticati dai supermercati, ipermercati e discount della nostra provincia.

Ringraziamo anche tutti gli operatori del commercio che si sono prestati alla nostra indagine. Un lavoro, quello del commercio, spesso non compreso nella sua grande complessità. Difficile far capire la grande quantità di cose e fatti che ci sono dietro ad un prodotto sullo scaffale, e dietro al suo prezzo. C’è soprattutto lavoro, tanto lavoro, che va sempre apprezzato. Le critiche e le osservazioni contenute nella nostra indagine vanno quindi interpretate con il necessario rispetto dovuto a chi lavora; non solo verso chi dirige o ne è proprietario, ma anche per chi consegna le merci, per chi lavora in magazzino, nei reparti assistiti, nell’allestimento, alle casse, per chi si occupa di igiene, facendo le pulizie.

Nessuno ce ne voglia per qualche critica impertinente o qualche consiglio non richiesto; per parte nostra interpretiamo così il nostro ruolo di Associazione, rigorosamente dalla parte dei Consumatori”.

 

 

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