“Il Covid pediatrico non è uno scherzo”

“So che vaccinare un bambino che sta bene e che ha ottime possibilità di non contrarre la patologia in forma grave è impegnativo per un genitore ma con questo gesto si protegge il bimbo e la famiglia” ha dichiarato il professor Andrea Cossarizza, immunologo e docente dell'Università di Modena e Reggio Emilia

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professor Andrea Cossarizza, immunologo e docente dell'Università di Modena e Reggio Emilia

Dal 23 dicembre inizierà la chiamata alla vaccinazione per i più piccoli, dai 5 agli 11 anni. La modalità sarà quella della chiamata attiva, i genitori riceveranno un messaggio con la data e l’orario di inoculazione ma, sottolinea il direttore generale dell’Ausl, Antonio Brambilla, “in accordo coi pediatri di comunità, utilizzeremo degli spazi ad hoc per la vaccinazione di questa fascia di età”. E su questo capitolo, ancora fortemente discusso, – tanto che la dottoressa Silvana Borsari, direttore sanitario dell’Ausl di Modena, ammette “un’adesione stimata al di sotto del 50%” – interviene anche il professor Andrea Cossarizza, immunologo e docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia: “negli Stati Uniti sono stati registrati 2 milioni di casi di Covid pediatrico, ovvero tra bambini dai 5 agli 11 anni e ci sono state 100 vittime. Il Covid è dunque stato inserito tre le prime dieci cause di morte per l’infanzia negli States. In Inghilterra su 260mila soggetti dai 5 ai 17 anni analizzati dopo aver contratto l’infezione, un 2% presentava Long-Covid a 56 giorni di distanza. Numeri che parlano chiaro; il Covid pediatrico non è uno scherzo. So che vaccinare un bambino che sta bene e che ha ottime possibilità di non contrarre la patologia in forma grave è impegnativo per un genitore ma con questo gesto si protegge il bimbo e la famiglia”.

Jessica Bianchi

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