Migliarina resta a bocca asciutta. Niente medico per una frazione che conta quasi 2mila abitanti di cui tanti anziani bisognosi di cure e assistenza continue. Alle promesse non sono seguiti i fatti, e dopo dieci mesi dal pensionamento del medico di frazione, dottor Montanari, nessuno si è fatto avanti per prenderne il posto. Una lacuna gravissima che proprio non va giù ai residenti costretti a recarsi a Carpi dove, spiegano, “il servizio non è nemmeno paragonabile a quello a cui eravamo abituati prima. Quando si telefona è pressoché impossibile parlare col dottore, ci si ferma alla segretaria e poi gli appuntamenti sono fissati spesso a dieci giorni di distanza ma se uno sta male oggi cosa dovrebbe fare? E’ costretto ad andare al Pronto Soccorso. E che non ci dicano che i nostri sono accessi impropri – commentano – d’altronde cos’altro dovremmo fare? Siamo consapevoli che il problema ha radici lontane e che oggi non ci sono abbastanza medici per garantire il giusto ricambio generazionale ma a pagare lo scotto di passate scelte scellerate siamo noi. Il medico di base è il primo filtro, il punto di riferimento maggiore per i cittadini, non può latitare”. A Migliarina, incalza un’altra signora, “serve un medico vicino, presente e di fiducia”. “Cosa dovremmo fare – le fa eco un’amica – chiamare Medici senza Frontiere? Noi siamo rimasti soli. Come me qui vivono tanti anziani, io per andare a Carpi dal medico devo pagare qualcuno che mi ci porti… è inaccettabile”. A una situazione di enorme disagio è stata messa una toppa – ovvero la presenza per qualche ora al giorno del dottor Marcel Somo, medico di guardia medica e già attivo a Cortile, che garantisce però l’assistenza solo ai più fragili e fa ricette, ma non può dedicarsi alla diagnostica, né prescrivere esami – ma è tutt’altro che sufficiente. “C’è mezz’ora al giorno – denunciano gli abitanti – e non è mai chiaro in quale orario sarà presente. Così non possiamo andare avanti”. Com’è possibile, nel 2021, “in piena campagna anti influenzale e con la convivenza col Covid non poter contare sulla presenza costante di un medico? E’ imbarazzante”, aggiungono. Cresce la frustrazione in frazione tanto da aver spinto i residenti a sfidare il freddo per riunirsi in presidio questa mattina, sabato 27 novembre, davanti all’ambulatorio. La frazione non si arrende e lancia l’ennesimo l’appello. Un grido d’aiuto accorato che il sindaco Alberto Bellelli e l’assessore alle Politiche Sociali Tamara Calzolari hanno raccolto, mettendoci la faccia, a differenza dell’Ausl, grande assente della mattina nonostante questa infinita partita sia pressoché tutta nelle sue mani. “A inizio ottobre – ci avevano spiegato dalla Regione – sono state fatte 4 assegnazioni di medici corsisti, ovvero professionisti che devono ancora completare il proprio percorso di specializzazione e il cui contratto di lavoro prevede per ognuno di loro un massimo di 500 assistiti. Uno dei medici corsisti appare molto interessato alla frazione e una volta terminata la specializzazione, il prossimo anno, diventerebbe un massimalista”. Una notizia che ci aveva fatto ben sperare per chiudere la falla apertasi col pensionamento di Montanari ma su cui oggi il sindaco Bellelli ha posto la definitiva pietra tombale: “il medico che pareva interessato all’ultimo ha deciso di non venire”. E allora che fare? Il sindaco ha scritto al direttore generale dell’Ausl di Modena, Antonio Brambilla per l’ennesima volta: “chiedo di procedere al più presto a individuare soluzioni integrative per rafforzare la presenza su questo territorio che, essendo tra i più periferici del nostro Comune, soffre maggiormente la difficoltà di spostarsi verso i medici presenti nel territorio cittadino, soprattutto per la popolazione più anziana e disagiata”. I residenti invocano “più impegno, maggiore senso di responsabilità e una presa di posizione più netta da parte della politica”, ma l’ente pubblico ha le mani legate: “avremmo voluto vedere più coraggio da parte dell’azienda sanitaria nell’emettere un bando per un interino ma l’Ordine dei medici non vuole poiché l’equilibrio attuale tra medici di ruolo e numero di assistiti non lo permette. Abbiamo chiesto uno snellimento della burocrazia alla Regione. Come si può restare ancorati a delle regole tanto obsolete quanto superate? I bisogni della gente sono mutati, c’è una pandemia in corso… serve maggiore flessibilità. Se la sanità voleva parlare – chiosa il sindaco – avrebbe dovuto essere qui oggi, tra di voi, a metterci la faccia e a dare spiegazioni”.
Jessica Bianchi