Fino a un mese di attesa per fare gli esami del sangue all’Ospedale di Carpi

All’inadeguatezza dei locali del Centro prelievi - posti nel seminterrato dell’Ospedale - si somma infatti il bisogno di garantire il necessario distanziamento e la sanificazione tra un prelievo e l’altro. Ergo si danno meno appuntamenti e i tempi diventano biblici.

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2010

La pandemia ha del tutto rivoluzionato l’erogazione delle prestazioni sanitarie da parte della sanità pubblica ma i lunghi tempi d’attesa con cui oggi devono fare i conti i cittadini non riguardano solo le visite specialistiche.

Da tre settimane a oltre un mese: tanto occorre aspettare prima di riuscire a ottenere un appuntamento per fare gli esami del sangue all’Ospedale di Carpi. Ritardi imputabili, spiegano l’Ausl di Modena e il Distretto di Carpi, “alla necessità di dilatare i tempi tra un prelievo e l’altro per rispettare le normative anti Covid”.

All’inadeguatezza dei locali del Centro prelievi – posti nel seminterrato – si somma infatti il bisogno di garantire il necessario distanziamento e la sanificazione tra un prelievo e l’altro. Ergo si danno meno appuntamenti e i tempi diventano biblici.

La bella notizia è che la fine del cantiere della Casa della Salute di viale Peruzzi – dove troveranno finalmente spazi più consoni e dignitosi numerosi servizi tra cui appunto il Centro Prelievi – è prevista entro l’estate 2022, ma nel frattempo come si sta attrezzando l’Ausl per correre ai ripari e tagliare le attese? 

Al momento, spiega l’azienda sanitaria, sono al vaglio “diverse modalità organizzative per cercare di fornire maggiore disponibilità di posti all’interno della stessa giornata. Le soluzioni devono comunque prevedere il rispetto delle normative anti-Covid che impongono il contingentamento delle presenze nei locali di attesa e la sanificazione tra una prestazione sanitaria e l’altra. Ciò comporta una dilatazione dei tempi per l’esecuzione dei prelievi, di cui l’Azienda deve tenere conto in sede di programmazione delle agende di prenotazione”. L’estate è ancora lontana e a colmare le lacune della claudicante sanità pubblica ci penseranno, come sempre più frequentemente accade, il privato e il privato – accreditato. Chi può permetterselo, si sa, non deve attendere. 

Jessica Bianchi 

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