Via San Giacomo sbarrata: è davvero una buona idea?

Via dell’Industria nel frattempo resta una vera e propria autostrada: un ostacolo pressoché invalicabile, pericolosissimo soprattutto per le due ruote.

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Da quando è stata chiusa, ci sono code chilometriche in via Guastalla e via Nuova Ponente. Ci deve essere un genio a gestire la viabilità a Carpi”. Il commento di Stefano sulla pagina Facebook di Tempo relativo alla chiusura al traffico veicolare di via San Giacomo nell’intersezione con via dell’Industria è solo uno dei tanti, tutti pressoché dello stesso tenore.

Fautori o detrattori, poco importa, ciò che resta, aldilà delle opinioni personali, è infatti la ricaduta che tale intervento comporta. Via San Giacomo, spesso utilizzata come scorciatoia per evitare il traffico, è stata sbarrata attraverso la posa di tre grossi blocchi di cemento: si entra e si esce solo dalla Tangenziale Bruno Losi. Dopo una piccola sollecitazione i New Jersey, inizialmente posizionati in modo troppo ravvicinato, sono stati sfalsati per consentire ai ciclisti di transitare ma l’ulteriore appesantimento del traffico sulle parallele Nuova Ponente e Guastalla, già ingolfate nelle ore di punta, resta eccome. Non è la prima volta che i nostri amministratori cercano di ridisegnare la viabilità del tratto in questione ma in passato, grazie alla raccolta di 300 firme, alcuni cittadini riuscirono a bloccarne ogni velleità di cambiamento, onde evitare spiacevoli ripercussioni sul fronte traffico nel quartiere adiacente all’ospedale. Oggi la barriera di cemento armato che interdice l’ingresso – era davvero necessaria? La segnaletica verticale non sarebbe stata sufficiente? –  racconta decisamente un’altra storia. Speriamo che nessun mezzo di soccorso, ambulanza in primis, non rimanga incolonnato perdendo tempo prezioso perché il collegamento più veloce e diretto tra via dell’Industria e l’Ospedale Ramazzini è stato sbarrato. 

Via dell’Industria nel frattempo resta una vera e propria autostrada: un ostacolo pressoché invalicabile, pericolosissimo soprattutto per le due ruote. Peraltro destinato a peggiorare dopo la realizzazione del collegamento con la zona autotrasportatori. E mentre i ciclisti muoiono in via Carlo Marx, vengono istituiti sensi unici in via Massa e in San Giacomo. 

Ben vengano gli interventi tesi a promuovere la mobilità dolce ma saper stabilire delle priorità di intervento per un amministratore – e non solo – dovrebbe rappresentare l’Abc. Chi si muoveva in bici prima continuerà a farlo ma per invogliare gli altri ad adottare comportamenti maggiormente sostenibili occorre prima creare le necessarie infrastrutture e le giuste condizioni di sicurezza. Fattori non trascurabili e che oggi latitano.

Jessica Bianchi