C’è una danza dentro di noi: il sistema immunitario ci insegna ad attraversare la tempesta senza paura

Riconosce la necessità di interessare la politica e l’opinione pubblica a temi che finora sono stati riservati agli addetti del settore e da questa consapevolezza è nato il libro sul sistema immunitario “per costruire fin da subito le nostre difese e la nostra memoria” affinché non sia più solo la paura o un nostro maldestro modo di porci nei confronti degli avvenimenti a dettare le risposte. Quale sarà il prossimo problema che ci troveremo ad affrontare? Per l’immunologa Antonella Viola, la resistenza agli antibiotici.

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Se la pandemia era prevedibile perché non ce ne avete parlato? Perché non lo avete mai raccontato? Non si sottrae alle domande scomode l’immunologa Antonella Viola professoressa ordinaria di Patologia generale presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova, autrice del libro Danzare nella tempesta. Viaggio nella fragile perfezione del sistema immunitario, ospite dell’ultima edizione di Carpinscienza. Riconosce la necessità di interessare la politica e l’opinione pubblica a temi che finora sono stati riservati agli addetti del settore e da questa consapevolezza è nato il volume sul sistema immunitario “per costruire fin da subito le nostre difese e la nostra memoria” affinché non sia più solo la paura o un nostro maldestro modo di porci nei confronti degli avvenimenti a dettare le risposte.

“Da anni spieghiamo ai nostri studenti di Medicina e di Biologia che i virus emergenti e la resistenza dei batteri agli antibiotici sono tra i maggiori pericoli che l’umanità dovrà affrontare nel prossimo futuro. Da anni ne discutiamo nei convegni”, ma non c’è posto per la scienza nella vita dei singoli. “Quella che oggi ci si presenta è un’occasione preziosa per ragionare sul ruolo che vogliamo attribuire alla scienza nella sfera pubblica perché essa ci insegna ad affrontare la realtà, soprattutto quando è difficile da decifrare, con razionalità e passione, con rispetto e libertà. Abbiamo la responsabilità di imparare da quanto sta accadendo per non ripetere gli stessi errori nel prossimo futuro”.

Cosa possiamo fare? Nel momento in cui veniamo subissati da dati, numeri, informazioni scientifiche e pseudoscientifiche, per distinguerle e scegliere ciò che è attendibile dobbiamo pensare come il nostro sistema immunitario, che riconosce e distingue ciò che rappresenta un pericolo. Sebbene ancora sfuggano parecchie risposte, quel che del sistema immunitario si sa viene spiegato dalla professoressa Viola in termini il più possibile comprensibili: come fa il sistema immunitario a sentire la presenza di un microbo? E, in un mondo pieno di microbi, come fa a sapere che quello in particolare è pericoloso?

“Il sistema immunitario ha un ruolo centrale nel mantenimento dell’omeostasi tissutale, svolge cioè il compito di controllare e mantenere la normale funzionalità dei nostri tessuti. Perciò, anche in assenza di infezioni, le varie componenti dell’immunità restano in uno stato di sorveglianza attiva. Alcune eliminano le cellule morte e i loro detriti, altre regolano le interazioni tra il nostro corpo e i numerosi microrganismi che lo abitano, altre ancora sono deputate a spegnere eventuali reazioni improprie. Ma questa funzione di sorveglianza attiva viene trasformata in mobilitazione appena si presentano segnali di pericolo, che arrivino dai patogeni (PAMP) o dalle nostre stesse cellule (DAMP)… L’infiammazione è una risposta dei nostri tessuti a un danno: il nostro corpo è in grado di percepire il danno come alterazione dell’equilibrio e la risposta infiammatoria non è altro che una temporanea ma fondamentale perdita di equilibrio che si instaura a seguito di un’alterazione dei nostri tessuti, e ha come scopo la guarigione. Che non è altro che un nuovo equilibrio: trovare l’equilibrio tra la risposta vigorosa all’attacco di un nemico insidioso e la protezione delle nostre fragilità è da sempre il problema principale del nostro sistema immunitario, e, qualche volta, l’equilibrio non viene raggiunto”.

S.G.

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