81 ogni 100mila abitanti è questo il tasso di incidenza di nuovi casi di Covid nel modenese, un dato confortante, “poiché in leggera diminuzione, anche se dobbiamo ancora valutare quale impatto avrà la riapertura delle scuole sull’andamento epidemiologico”. Mette le mani avanti il direttore generale dell’Ausl di Modena, Antonio Brambilla, ma non nasconde un cauto ottimismo: “la percentuale di positività sui primi tamponi si è attestata intorno al 5%, la situazione al momento è assolutamente gestibile”. Le classi di età in cui il virus circola più liberamente sono quelle dei piccoli, dai 4 ai 13 anni, tutti non vaccinati e tornati a frequentare i propri compagni: “al momento – prosegue Brambilla – sono quattro le classi in quarantena, due sezioni di Nido e due di Materna”. Si attende poi il via libera della Regione per quanto riguarda l’avvio, all’interno delle cosiddette scuole sentinella, del monitoraggio degli alunni tramite test salivari ma, al momento, “non ci sono ancora novità”.
E se le persone in isolamento domiciliare restano pressoché stabili (2.938) i ricoveri hanno invece un andamento più altalenante: ad oggi sono 71 i pazienti ospedalizzati (12 dei quali entrati in ospedale per altre cause e poi trovati positivi al tampone), di cui 54 in area medica, 12 in subintensiva e 5 in terapia intensiva a fronte di 89 posti letto dedicati tra Policlinico di Modena e Ramazzini di Carpi. “I non vaccinati – prosegue il direttore – hanno il 1.000% di probabilità in più di essere ricoverati rispetti ai vaccinati: percentuali davvero mostruose”.
E intanto l’Ausl si sta attrezzando per poter garantire, a partire dal 20 settembre, la terza dose ai pazienti immunodepressi che soffrono di gravi patologie: “in accordo con i professionisti che li hanno in carico, stiamo preparando gli elenchi coi nominativi, stiamo parlando di circa 5mila soggetti. Persone che dovranno semplicemente attendere una nostra telefonata”.
Entro la fine della settimana prossima, nel modenese si taglierà il traguardo del milione di dosi inoculate: “nel nostro territorio siamo già oltre l’obiettivo nazionale fissato da Figliuolo, ovvero il raggiungimento dell’80% entro il mese di settembre. Qui, infatti, la popolazione target (dai 12 anni in su) già entrata nel circuito vaccinale è a quota 81,4%”.
E se sono ancora un centinaio gli operatori dell’Ausl che non vogliono vaccinarsi, “una netta minoranza, seppur rumorosa, a fronte di oltre 5mila dipendenti”, quelli che ad oggi hanno contratto l’infezione da Covid, malgrado un ciclo vaccinale completo, “sono 5, non presentano sintomi importanti e sono stati individuati grazie alla nostra azione di tamponamento del personale. Dall’indagine svolta è poi emerso come i contagi siano avvenuti al di fuori del contesto lavorativo, in azienda non vi sono focolai così come non se ne registrano nelle case residenza per anziani” a differenza del territorio reggiano. Il percorso segnato è quello di procedere ora con la vaccinazione degli immunodepressi e poi via via – conclude Brambilla – con gli anziani e con coloro che fanno lavori ad alto rischio di contagio come chi opera in ambito sanitario e assistenziale. Mi auguro che si possa davvero percorrere questa strada per poter fare – e alla svelta – il richiamo a tutti gli ospiti delle Cra e agli operatori. Ovviamente ci rimettiamo alle decisioni e ai tempi della struttura commissariale”.
Jessica Bianchi