Nella notte tra sabato 21 e domenica 22 agosto sono stati incendiati due cassonetti adibiti alla raccolta degli abiti usati, in Piazzale Polonia e in via Berengario, i quali dovranno essere rottamati da Aimag poiché resi totalmente inutilizzabili. Un fenomeno non nuovo per la città di Carpi e che ogni volta infligge un duro colpo alle cooperative sociali che si occupano del servizio, ovvero Il Mantello e La Solidale. “Noi – spiega il presidente della coop La Solidale, Romeo Bettini – ci occupiamo dello svuotamento dei circa cento contenitori presenti a Carpi. Ogni volta che ne brucia uno, soprattutto in occasione dei festeggiamenti di Capodanno quando puntualmente ne vengono vandalizzati in modo irrimediabile almeno un paio, è necessario sborsare circa 1.800 euro per rimpiazzarlo. Una cifra ingente che incide in modo importante sulle nostre finanze. Ovviamente se fossimo costretti a cambiarne 6 o 7 ogni anno si renderebbe necessaria una riflessione sulla tenuta e la sostenibilità dello stesso servizio”.
Servizio che, lo ricordiamo, ormai non frutta più alcun guadagno economico, come prosegue il presidente Bettini: “gli indumenti raccolti e ancora in buono stato vengono venduti a tre ditte differenti ma se alla fine dell’anno andiamo in pari siamo fortunati. Il nostro obiettivo infatti non è di carattere economico bensì sociale, ovvero offrire un’opportunità lavorativa a persone disagiate. La nostra cooperativa ad esempio conta undici lavoratori”.
Ma i vandalismi non sono l’unico malcostume con cui devono fare i conti Il Mantello e La Solidale: “noi lavoriamo in numerosi comuni, collaborando fattivamente con Aimag ed Hera. A Carpi però qualcosa non va: abbiamo infatti riscontrato come la cittadinanza qui non conferisca in modo corretto la propria spazzatura. Nei nostri contenitori – conclude Romeo Bettini – troviamo di tutto: rifiuti di ogni sorta, tanto da costringerci a chiamare Aimag dopo ogni svuotamento affinché gli operatori passino a raccogliere il pattume che resta. La gente è sciocca, pensa di liberarsi dei propri rifiuti per non aderire alla differenziata senza però pensare che i maggiori costi legati alla raccolta e allo smaltimento ricadono poi anche sulle loro tasche”.
Jessica Bianchi