“Siamo di fronte a un’invasione di persone che la montagna non la conoscono e inevitabilmente sono aumentati gli interventi” afferma Danilo Righi del Soccorso Alpino dell’Emilia Romagna. L’estate non è ancora finita ma si registra già un aumento del 20% degli interventi di salvataggio rispetto agli anni precedenti.
“Gli interventi per traumi e cadute restano stabili. La maggior parte dei salvataggi che abbiamo effettuato è relativa a persone nella fascia d’età tra i 60 e i 75 anni colte da malore durante le escursioni”. Come a dire che non sempre il fisico è in grado di reggere lo sforzo. “Si tratta di persone già portatrici di patologie importanti come il diabete o l’ipertensione e che non si consultano con il medico o lo specialista prima di partire.
Essere in buona salute non basta. “L’organizzazione di una gita in montagna è fondamentale e deve avvenire a tavolino alcuni giorni prima di partire. Studiare il percorso nei minimi dettagli significa per esempio calcolare i dislivelli e quanti chilometri sono da percorrere per superarli, all’andata e al ritorno. Inoltre, è indispensabile controllare le condizioni del tempo, che in montagna cambia molto rapidamente”.
Poi serve un abbigliamento adatto. “Soltanto qualche giorno fa un escursionista, partito da Aulla in bermuda e maglietta a maniche corte si è ritrovato in quota con un vento tale che nemmeno l’elicottero è riuscito ad avvicinarsi. Non aveva niente con sé la giacchetta antivento e la felpa. Occorre avere calzature adatte non le scarpe da ginnastica; provvedere all’approvvigionamento idrico; portare con sé qualche snack”.
Affidarsi al telefono, infine, non è saggio perché pur essendo utile in montagna non è affidabile. Se si scaricano le batterie diventa inutilizzabile e senza linea dati può sbagliare la lettura delle mappe Gps. Per questo bisogna portare con sé carte e bussola, ammesso che le si sappia usare”.