La prossima estate Carpi avrà la sua Casa della Salute. Un intervento atteso da tempo per potenziare la medicina territoriale. Dopo il lungo stop legato al fallimento della prima ditta a cui erano stati appaltati i lavori ora il cantiere procede spedito e, come assicura Stefania Ascari, direttrice del Distretto sanitario di Carpi, “secondo i tempi contrattuali”.
La fine dei lavori, sottolinea Ascari “a cui seguiranno i collaudi e l’attivazione vera e propria della struttura, è prevista entro l’estate 2022”. All’interno della nuova struttura di viale Peruzzi “troveranno spazi più adeguati molti servizi come l’ambulatorio infermieristico, il Consultorio familiare con lo Spazio Giovani, l’ambulatorio di continuità assistenziale, una medicina di gruppo, il Punto di Orientamento socio-sanitario, gli ambulatori per la gestione delle malattie croniche e il Centro Prelievi”, spiega la direttrice del Distretto.
Durante la presentazione dell’Accordo territoriale per il nuovo ospedale di Carpi siglato alla presenza del Ministro della Salute, Roberto Speranza, tra Regione Emilia Romagna, Comune, Provincia e Azienda Usl di Modena, non è sfuggita la presenza di una seconda Casa della salute collegata al futuro nosocomio. Un doppione che ha sollevato alcune perplessità. Cosa vi sorgerà?
“E’ il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – specifica la dottoressa Stefania Ascari – a definire l’obiettivo di realizzare una nuova Casa della Comunità ogni 45mila abitanti circa. Le due Case della Salute di Carpi si innestano su un territorio molto vasto, di oltre 70mila persone, in una logica di risposta alle necessità di salute non solo della società attuale ma di quella futura. La Casa della Salute in progetto vicino al nuovo Ospedale di Carpi accoglierà diversi servizi che oggi sono collocati presso i Poliambulatori dell’attuale Ramazzini e che necessitano di ambienti più ampi e funzionali. In questo modo andrà a crearsi un polo sanitario d’eccellenza, che prevederà percorsi in sinergia con la parte ospedaliera, formando così un ponte, virtuale e concreto, tra le due strutture, che lavoreranno per fornire risposte integrate. Il progetto è ovviamente in una fase ancora embrionale, ma certamente questa nuova struttura potrà portare un rafforzamento dell’assistenza territoriale, con una migliore integrazione dei percorsi ospedale-territorio in particolare sui cronici, tenuto conto anche della sua collocazione vicino al nuovo ospedale”.
Jessica Bianchi