Canile, è emergenza pitbull

C’è chi li porta in Canile alla prima difficoltà e chi, per non sentirsi in colpa, cerca di trovare loro una nuova sistemazione attraverso la Rete, col rischio che vengano inseriti nei circuiti dei combattimenti o segregati e utilizzati come macchine da riproduzione. Nella struttura di via Bertuzza, su 90 ospiti, circa una quarantina sono molossi e questo complica la gestione. Troppo spesso i pitbull vengono etichettati come aggressivi e dunque darli in adozione non è facile: “certo non sono cani per tutti, perchè hanno bisogno di attenzioni e di essere considerati. Per questo a chi decide di prenderne uno consigliamo di trascorrere un po’ di tempo insieme qui in Canile. Per annusarsi reciprocamente per così dire e capire se c’è complicità”, sottolinea Raffaella Benedusi.

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Non si arresta l’arrivo di pitbull al Canile di Carpi e come per tanti altri rifugi per cani, il fenomeno sta diventando una vera e propria emergenza.

“Non solo è difficile gestirli all’interno di una struttura come la nostra – spiega Raffaella Benedusi, responsabile del Canile di Carpi – ma è anche molto complesso trovare nuovi padroni affidabili che li adottino”.

Raffaella Benedusi

Ad arrivare sono persino cani sotto l’anno di età: “ci sono persone che alla prima difficoltà decidono di disfarsi del loro amico a quattro zampe come se fosse un oggetto, quando in realtà – prosegue Benedusi – basterebbe chiedere aiuto a un veterinario comportamentalista o a un educatore cinofilo per risolvere il problema adottando degli accorgimenti semplicissimi”. 

I pitbull sono animali “potenti e fisici ma credo che non vi siano cani più umani di loro, soprattutto gli Amstaff. Sono affettuosi, sensibili e capaci di riservare dolcissime attenzioni alla propria famiglia. Proprio per la loro natura però – spiega Raffaella Benedusi – necessitano di molte attenzioni. Chi sceglie questo cane come compagno, deve dedicargli tempo. Non basta relegarlo in un ampio giardino a scorrazzare, un pitbull non sa che farsene dello spazio, esige pazienza e contatto per crescere equilibrato e felice. Si deve portare in giro sin da cucciolo, fargli conoscere altre persone, metterlo a contatto con altri cani”. Nella struttura di via Bertuzza, su 90 ospiti, circa una quarantina sono molossi e questo rende la vita di tutti assai difficile dal momento che “i pitbull non possono condividere i box con altri e questo riduce enormemente i posti a disposizione. Inoltre, una volta abbandonati, faticano a fidarsi nuovamente degli esseri umani, sono diffidenti e questo rende il nostro lavoro più complicato”. 

Troppo spesso poi questi cani vengono etichettati come aggressivi e dunque darli in adozione non è facile: “in realtà – sottolinea Raffaella – occorre indirizzarli, stare loro vicini. Certo non sono cani per tutti, perchè sono impegnativi, hanno bisogno di numerose attenzioni e di essere considerati. Per questo a chi decide di prenderne uno consigliamo di trascorrere un po’ di tempo insieme qui in Canile. Per annusarsi reciprocamente per così dire e capire se c’è complicità”.

Raffaella lancia poi un accorato appello: “chi si stanca di questi animali alle volte, anziché portarli in canile ed evitare così di sentirsi in colpa, cerca di trovare loro una nuova sistemazione attraverso la Rete. Non fatelo, perchè così i vostri cani potrebbero finire nelle mani sbagliate”. Il rischio, infatti, è che vengano inseriti nei circuiti dei combattimenti o segregati e utilizzati come macchine da riproduzione. 

“Se amate questa razza e vi sentite pronti ad adottare un pitbull – conclude la responsabile del Canile – venite da noi. Sceglietene uno adulto e dategli una seconda possibilità. Sono cani meravigliosi e meritano di trascorrere una vita felice insieme a una famiglia che li ama e li rispetta per quello che sono”.

Jessica Bianchi 

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