La Cavani a Pesaro sul suo rapporto con la censura

Torna Al di là del bene e del male in versione integrale, per la regista carpigiana “la censura rischia il ridicolo”

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Al di là del bene e del male, il film della regista carpigiana Liliana Cavani del 1977, ha chiuso sabato sera, 26 giugno, la 57/a Mostra del nuovo Cinema di Pesaro in versione integrala e restaurata da CSC – Cineteca Nazionale e Istituto Luce Cinecittà con la supervisione della regista, con circa 10 minuti di tagli recuperati a cura di Sergio Bruno.

“La censura si è adeguata ai tempi e ciò che era considerato da censurare trent’anni fa è oggi comunemente accettato, se non addirittura ridicolo” ha detto la regista, protagonista dell’Evento Speciale del Festival pesarese, durante una tavola rotonda in cui è stato presentato “Liliana Cavani. Il cinema e i film”, libro edito da Marsilio e curato da Cristiana Paternò e Pedro Armocida. E come esempio di “ridicolo” ha citato la scena di un altro suo film censurato, Il portiere di notte, “perché in una scena durante un amplesso la donna si trova sopra l’uomo”, o quando il suo Galileo fu contestato e censurato “a causa dei rapporti conflittuali con la Chiesa e per la scena del rogo di Giordano Bruno, considerata morbosamente lunga”. “Se sotto un regime dittatoriale operare la censura è una pratica ‘semplice’ – ha osservato – in un paese democratico è difficilissimo e rischia il ridicolo continuamente per voler nascondere quella che è semplicemente la realtà”.

 

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