Con un Rt medio pari a 0,6, un’incidenza di 23 nuovi casi ogni 100mila abitanti, Osco Covid free e “solo” 886 casi accertati in isolamento domiciliare, sono drasticamente colati a picco i ricoveri, giunti a quota 47 in tutta la rete ospedaliera modenese (35 in area medica, 0 in subintensiva e 12 in terapia intensiva. Un alleggerimento che, ha commentato Antonio Brambilla, direttore generale dell’Azienda sanitaria di Modena, “ci ha permesso di contrarre fortemente la dotazione di posti letto dedicati a pazienti Covid positivi (139 di cui 88 di area medica, 16 di sub intensiva e 35 di intensiva) e di riprendere in modo massiccio l’attività ordinaria. Servizi che, seppure non si siano mai fermati in occasione della seconda e della terza ondata, hanno comunque subito una battuta d’arresto. Per recuperare agiremo in modo integrato con l’Ospedale di Sassuolo e l’Azienda ospedaliero universitaria attraverso nuovi modelli erogativi: dalle d’equipe itineranti tra le varie strutture alla telemedicina. Sono poi in via di definizione degli accordi con varie strutture sanitarie private modenesi volti a far fronte alle liste d’attesa in una logica di sistema. Un approccio integrato pubblico/privato infatti ci consentirà di accelerare sulla specialistica ambulatoriale”.
E mentre tutti gli indicatori calano, procede anche la campagna vaccinale: ad oggi (10 giugno) nella nostra provincia sono state somministrate 439.167 dosi di cui 149.086 seconde. L’estate si avvicina e circa un “10-20% di persone ha disdetto la prenotazione”, ha spiegato Brambilla, posticipando la data della prima dose. Un’operazione complessa dal momento che il numero di telefono dedicato, letteralmente preso d’assalto, è in tilt da giorni ma, assicura il direttore generale, “abbiamo chiesto di incrementare il personale del call center e dalla prossima settimana le cose dovrebbero migliorare anche se, – raccomanda Brambilla – sarebbe meglio che le persone rispettassero l’appuntamento per non sconvolgere la programmazione. Spostare migliaia e migliaia di seconde dosi, infatti, per noi rappresenta un problema organizzativo non indifferente. Per facilitare le cose abbiamo dato mandato ai nostri punti vaccinali di cercare di andare incontro il più possibile alle esigenze dei cittadini i quali possono concordare direttamente lì la data della seconda dose anche in considerazione delle ferie. D’altronde questo aiuta anche noi: se dovessimo rifare tutte le prenotazioni non ne usciremmo vivi”. Ad oggi la popolazione non suscettibile di infezione ammonta al 52% e l’organizzazione degli Open Day vaccinali rivolti agli Under 18 sta contribuendo a sveltire le operazioni. “Occasioni in cui, come azienda, abbiamo deciso di inoculare il monodose J&J poiché ha un’incidenza di effetti collaterali nelle fasce giovanili e in particolare nelle giovani donne, molto più bassa rispetto ad AstraZeneca. Qualora la struttura commissariale decidesse di dare un giro di vite all’utilizzo di questi due vaccini ad adenovirus procederemo con la somministrazione di Pfizer”.
Jessica Bianchi