Metà orto e metà bosco, l’Ortobosco ha tutte le carte in regola per diventare la meta di quanti amano trascorrere il proprio tempo libero all’aria aperta, mettendo le mani “in pasta” e condividendo la bellezza della natura. Uno spazio dove coltivare terreno e relazioni significative. Questo luogo, dove la natura è protagonista, è stato fortemente voluto da Bruno Pullin e dalla moglie Vania Pirondini: “dopo aver assistito per anni all’impoverimento delle nostre campagne, all’abbattimento di siepi e filari di alberi e alla progressiva e inarrestabile meccanizzazione dell’agricoltura – racconta la coppia – abbiamo deciso che era giunto il momento di fare qualcosa. Di creare un luogo che non fosse solo nostro ma potesse diventare uno spazio di socialità, dove riscoprire il lavoro e la soddisfazione legati alla gestione di un orto e magari dove dar vita a incontri e serate dedicate alla natura, al cibo, alla trasformazione dei prodotti della terra secondo le ricette della nostra tradizione”. Grazie all’aiuto di un amico agronomo e ai consigli di alcuni esperti, Bruno e Vania hanno trovato il terreno perfetto in via Marchiona, a Carpi. “Ne volevamo uno non troppo grande ma nemmeno troppo piccolo, vicino alla città ma in una zona non eccessivamente urbanizzata, raggiungibile facilmente in bicicletta, vicino ai canali per poter irrigare e con una fascia boscata. Alla fine ce l’abbiamo fatta”.
Il risultato? 8mila metri quadri di pura bellezza: la metà della superficie è a bosco mentre il resto verrà coltivato con orti e piante da frutto. La parte boscata – prosegue Pullin – è un vecchio pioppeto in abbandono. I pochi pioppi ancora in vita sono oramai palestra di foratura per picchi. Nel sottobosco stanno crescendo le piante autoctone della pianura: querce, olmi, frassini, una marea di biancospini, sanguinelli, carpini, marusticani e tante altre piante con i semi portati dal vento o dagli uccelli, come noci e ciliegi”.
In alcune zone la natura ha ripreso pieno possesso della terra e un ombroso e fitto intrico di tronchi e rami caduti costituiscono un angolo davvero incantato, un paradiso per gli uccelli e la fauna selvatica che popola la zona.
“Queste zone – specificano Bruno e Vania – verranno rispettate per consentire la loro crescita spontanea delle essenze. Abbiamo ricavato solo un passaggio, il resto sarà la casa di volpi, caprioli, ricci, lepri e uccelli… Nel bosco verrà anche scavato un piccolo stagno con lo scopo di fornire alle diverse specie animali una fonte di acqua e creare al contempo un habitat per gli anfibi. Sugli alberi vogliamo poi collocare alcuni nidi artificiali per favorire la nidificazione e solo parte dell’erba nel bosco verrà sfalciata per favorire l’attività degli impollinatori e per garantire cibo agli insettivori. Nel bosco abbiamo messo a dimora 13 piante di Sorbo Ciavardello, tra le poche essenze autoctone non presenti, mentre coi 240 alberi forniti gratuitamente dalla Regione Emilia Romagna abbiamo realizzato oltre 300 metri di siepi”. La parte di orti e di frutteto (quest’ultimo piantumato in autunno) è stata invece ricavata in un terreno incolto da anni. L’area destinata alla coltivazione sarà divisa in 18 orti di circa 100 metri quadri l’uno: “all’Ortobosco – spiega Pullin – non si potranno usare diserbanti, fertilizzanti di sintesi, insetticidi, lacciuoli in plastica e materiali monouso. Vorremmo che ogni orto fosse un piccolo giardino e un laboratorio naturale, pieno di vita e di sorprese, con tanti colori e spunti di interesse in tutte le stagioni”. Nelle intenzioni della coppia vi è anche quella di aprirsi al mondo della scuola con progetti di didattica open air grazie alla collaborazione dell’agronomo Davide Casarini che già opera con alcune cooperative ed enti del territorio per combattere la dispersione scolastica e avvicinare grandi e piccini alla natura.
E’ attualmente in fase di costituzione una APS denominata L’Ortobosco alla quale sarà possibile associarsi come semplice sostenitore o come “ortolano”. Le quote saranno minime e serviranno per coprire le spese di gestione e di manutenzione.
L’esperienza dellìOrtobosco rappresenta il recupero di un terreno prezioso, sottratto all’agricoltura intensiva e alla cementificazione, che favorirà un aumento della biodiversità e salvaguarderà la bellezza della campagna emiliana, portando sulle tavole di chi vorrà scommettere su questa bella esperienza green, frutti e ortaggi salutari. “Occorreva dare un piccolo esempio. Certo, una goccia nel mare – concludono Bruno e Vania – ma chiunque può fare qualcosa per la natura anche senza capitali enormi o finanziatori alle spalle. Le persone non cercano solo un orticello da coltivare ma hanno bisogno di armonia, di bellezza, di relazioni, di una visione, di spazi verdi. Tanti terreni potrebbero essere usati a questo scopo: spazi non imbalsamati in riserve o in parchi pubblici, ma vivi, attivi, naturali, produttivi, sociali, dove l’uomo si inserisce in punta di piedi”. E chissà che questo Ortobosco, vero e proprio alleato della natura, non diventi il primo di una lunga serie…
Sabato 29 maggio, a partire dalle 15, Vania e Bruno saranno nel terreno di via Marchiona per presentare l’Ortobosco a quanti vorranno conoscere da vicino questa nuova e bellissima realtà.
Jessica Bianchi