Gli agricoltori solieresi annunciano battaglia e scrivono alla Regione

Lo Studio di fattibilità del Piano Percorsi ciclabili comunali di Soliera sta per diventare esecutivo ma gli agricoltori non ci stanno poiché molte tratte, che correranno lungo i canali di bonifica e attraverso le campagne solieresi, “avranno un impatto devastante sulle aziende agricole del comprensorio” e comporteranno degli “espropri coattivi” impensabili per un settore già duramente provato dalla pandemia e dal maltempo.

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Lo Studio di fattibilità del Piano Percorsi ciclabili comunali di Soliera sta per diventare esecutivo ma gli agricoltori non ci stanno poiché molte tratte, che correranno lungo i canali di bonifica e attraverso le campagne solieresi, “avranno un impatto devastante sulle aziende agricole del comprensorio”, dichiara Massimo Silvestri, presidente del Comitato Secchia, nonché portavoce della protesta. Nonostante la lettera di diffida inviata al sindaco Roberto Solomita lo scorso febbraio, l’iter procedurale non si è mai arrestato. Nessun passo indietro dunque da parte dell’Amministrazione Comunale che, al contrario, durante una diretta Facebook dei giorni scorsi ha confermato di voler favorire al massimo la mobilità dolce, “sia per lo svago che per i percorsi casa – scuola e casa – lavoro in piena sicurezza e facilità”, ha commentato Solomita. Sui diffusi mal di pancia generati dal progetto ha fatto invece un chiaro riferimento l’assessore all’Ambiente Katia Mazzoni: “questo piano coinvolge diversi attori e per tale motivo abbiamo incontrato le associazioni di categoria degli agricoltori affinché i tecnici, nel redigere il progetto esecutivo, possano tener conto dei suggerimenti arrivati e far fronte alle criticità emerse”. La contrarietà dei privati è legata soprattutto alle conseguenze che tali percorsi provocheranno in termini di mancato introito: “i tracciati avranno una larghezza di circa 3 metri e mezzo e da quella linea, in base a quanto prevede il PAN – Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, saremo obbligati, per tutelare pedoni e ciclisti, a non trattare le nostre colture fino a 50 metri di distanza. Come minimo dovrebbero espropriarci 50 metri di terra poiché noi saremo costretti a estirpare intere porzioni di vigneti o frutteti per salvaguardare il passaggio dei cosiddetti soggetti vulnerabili con evidenti ripercussioni sui nostri introiti già messi alla prova dall’emergenza sanitaria e dal maltempo”. Il reticolo di percorsi, lungo una cinquantina di chilometri, impatta su suolo agricolo “per circa il 90% e prevede l’esproprio, di oltre 26mila metri quadri di terreni per un valore di circa 221mila euro”: una partita quella degli espropri coattivi che proprio non va giù agli agricoltori anche perchè calcolati al ribasso, dal momento che non tengono conto dei principi dettati dal Pan, e su cui ha chiesto di far luce anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Michele Barcaiuolo. Intanto a prendere posizione sono anche Cia Emilia Centro, Confagriccoltura Modena e Coldiretti Modena: in un documento congiunto spedito al Comune di Soliera, le tre associazioni di categoria esprimono alcune perplessità, a partire dalla mancata ricezione di “documentazione in forma ufficiale”, e richiedono ulteriori “approfondimenti negli opportuni tavoli di concertazione”.  L’attraversamento “di siti produttivi da parte di cittadini – si legge nel documento – potrebbe causare infortuni e incidenti e le servitù presenti sui fondi agricoli a favore dei consorzi di bonifica, oltre ad avere finalità specifiche per la manutenzione di fossi e canali, sono utilizzate dai proprietari per le ordinarie operazioni di irrigazione e coltivazione”.  Inoltre proseguono i rappresentanti degli agricoltori “le aziende che investono in tecnologia e impiantano varietà colturali richieste dal mercato sono supportate dai Piani regionali di Sviluppo Rurale e sono soggette a vincoli di destinazione perlomeno decennali”, come potrebbero estirpare parte delle colture per consentire il passaggio di pedoni e ciclisti? L’invito delle tre associazioni all’amministrazione solierese è quindi quello di “individuare percorsi il meno impattante possibile”. Ma questo agli agricoltori non basta e annunciano battaglia nel nome di una maggiore trasparenza: “il Pug – Piano Urbanistico Generale viene definito dalla Legge Regionale n° 24 del 2017 dell’Emilia-Romagna che introduce tra i suoi obiettivi il contenimento del consumo di suolo, inteso quale bene comune e risorsa non rinnovabile e la tutela e la valorizzazione del territorio. Un nuovo strumento urbanistico a cui si dovrà giungere attraverso percorsi di trasparenza e partecipazione. Qui a Soliera però, nonostante questa chiara indicazione, le cose vanno diversamente. I tracciati toccano i nostri poderi, ci impediscono di fare i necessari trattamenti fitosanitari e sono potenzialmente pericolosi poiché costeggiano canali che in primavera e in estate sono colmi d’acqua: chi si assumerà la responsabilità di garantire l’incolumità di bambini e adolescenti? Eppure nessuno ci ha interpellato. Nessuno ci ha ascoltati. Alla faccia della partecipazione”, prosegue Silvestri. Gli agricoltori però non ci stanno a restare alla finestra con le mani in mano in attesa di capire cosa accadrà ai propri terreni e scrivono all’assessore regionale Alessio Mammi, “per non lasciare intentata alcuna strada”, conclude il portavoce della protesta.

Jessica Bianchi 

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