Finite le dosi di AstraZeneca, ora nel modenese si vaccina con Moderna e Pfizer

Si allenta la pressione sulle strutture sanitarie e diminuisce la circolazione virale in provincia di Modena. Curiosamente però le forniture vaccinali non corrispondono mai a quelle annunciate o promesse a livello nazionale e intanto le consegne di AstraZeneca arrivano col contagocce.

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Si allenta la pressione sulle strutture sanitarie e diminuisce la circolazione virale in provincia di Modena, eccezion fatta per il distretto di Pavullo dove gli indicatori calano con maggiore lentezza rispetto al resto del modenese e su cui l’Ausl sta compiendo un’analisi dettagliata sull’andamento della campagna vaccinale.

L’indice di trasmissione è 0,8 (dato del 4 maggio) contro lo 0,9 della scorsa settimana e l’incidenza di nuovi casi di positività è di 87 ogni 100mila abitanti. “Stiamo assistendo a un progressivo miglioramento – commenta Antonio Brambilla, direttore generale dell’Ausl di Modena – le uniche fasce d’età in cui si registrano aumenti sono quelle dei giovanissimi, da 0 a 3 anni e dai 6 ai 10. Soggetti che stanno bene ma che teniamo monitorati soprattutto per tutelarne le famiglie, ovvero genitori e nonni”. Calano i soggetti in isolamento domiciliare (4.894 tra positivi e contatti stretti) così come le ospedalizzazioni: “sono 160 i pazienti Covid positivi ricoverati nella rete provinciale, di cui 120 in area medica, 15 in subintensiva e 25 in terapia intensiva. La maggior parte di loro ha meno di 60 anni a dimostrazione dell’efficacia della campagna vaccinale in via di completamento per quanto riguarda le categorie d’età più avanzate. Dati che ci consentono di tirare una boccata d’ossigeno e di rimodulare le strutture sanitarie, riducendo la dotazione di letti dedicati alla gestione dei malati Covid e incrementando l’attività ordinaria”.

Dall’inizio della pandemia nella nostra provincia il Covid ha causato la morte di 1.752 persone ma, “rispetto alla prima ondata, a fronte di un numero di contagi ben più alto, i decessi sono in diminuzione. Un risultato probabilmente ascrivibile a diversi fattori: dalla miglior gestione territoriale e ospedaliera dei malati Covid agli effetti della campagna vaccinale”, ipotizza Brambilla. 

Ad oggi sono state somministrate 312.519 dosi, di cui 107.671 seconde dosi ma il 60% della popolazione modenese è ancora suscettibile di infezione. La strada da fare è ancora lunga soprattutto alla luce delle forniture, vero e proprio nervo scoperto. 

“Nella giornata di ieri (ndr – mercoledì 12 maggio) abbiamo terminato AstraZeneca, di cui abbiamo conservato solo le scorte necessarie per effettuare le seconde dosi, e dunque ora stiamo vaccinando tutti con vaccini a mRNA, ovvero Pfizer e Moderna.

Forse – sottolinea il direttore generale – il 20 maggio ci arriveranno 3.800 dosi di Astra ma cosa ce ne facciamo di numeri tanto bassi consegnati ogni due settimane? Di J&J non abbiamo notizie ma fortunatamente Pfizer ha incrementato notevolmente le consegne e riceviamo mediamente 23.400 dosi a settimana. Curiosamente le forniture non corrispondono mai a quelle annunciate o promesse a livello nazionale…”.

I punti vaccinali della nostra provincia eseguono dalle 5 alle 6mila somministrazioni  al giorno, “se riuscissimo a tenere questa media potremmo vaccinare tutti i vaccinabili, i minori ad oggi sono ancora esclusi, entro il mese di agosto”.

La curva epidemiologica migliora ma, avverte Brambilla, “dal punto di vista clinico non siamo ancora usciti dalla fase emergenziale. Ricordo che vi sono soggetti di 50 anni ricoverati in terapia intensiva con quadri gravi. Questo virus muta dal punto di vista della diffusività ma in quanto ad aggressività non molla”. 

Jessica Bianchi 

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