“I trasporti non possono dettare i tempi della scuola. Il diritto è quello allo studio e un trasporto pubblico scolastico degno di questo nome dovrebbe garantire all’utenza un servizio puntuale e all’altezza della situazione”, commenta la madre di uno studente carpigiano frequentante il Corso di Correggio.
Sabato 8 maggio, lo studente, insieme a una decina di compagni, una volta raggiunta la fermata di Porta Reggio non è riuscito a prendere la consueta corriera delle 13,15 per tornare a casa poiché la capienza del 70 percento era già stata raggiunta su ben due autobus. “Ovviamente – prosegue la madre – non c’era alcun mezzo sostitutivo e i ragazzi hanno dovuto attendere la corsa delle 14 oppure mobilitare i genitori”.
Lo scaglionamento degli ingressi a scuola, che sarebbe dovuto servire proprio a scongiurare tali disservizi, si è rivelata una soluzione del tutto inefficace: “quando i ragazzi escono alle 11,50 non fanno in tempo a usufruire della corsa delle 12,05 e così si accalcano per salire sulla corriera delle 13 ma non c’è posto per tutti. Perchè non ci sono abbastanza mezzi dopo 14 mesi di pandemia? Per noi genitori non è facile andare a recuperare i ragazzi, soprattutto nei giorni feriali, quando per uscire dal lavoro è necessario prendersi un permesso. Un servizio tanto inadeguato non ha davvero ragion d’essere…” conclude la nostra concittadina.
La scuola è quasi finita ma di questo passo il rischio è che, alla ripresa delle attività a settembre, genitori e studenti si trovino a dover supplicare ancora una volta per una tratta e un numero adeguato di mezzi.
Jessica Bianchi