La scuola Collodi in viaggio in Australia

Il Victoria Language & Culture ha proposto un progetto tutto nuovo in tempi di pandemia accolto con grande entusiasmo dagli alunni delle seconde classi protagonisti di un viaggio in Australia.

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Non è più possibile andare in gita e partecipare ai laboratori ma non si può negare a un bambino di sette anni il piacere della scoperta perché l’apprendimento a quell’età diventa più significativo se si trasforma in esperienza. Non si è rassegnato il Victoria Language & Culture che, insieme all’insegnante Rossella Cestari, col supporto delle colleghe Sabrina Schiavi, Valentina Lodi (sostegno), Caterina Laruccia (potenziamento), ha proposto un progetto tutto nuovo in tempi di pandemia accolto con grande entusiasmo dagli alunni delle seconde classi, protagonisti di un viaggio in Australia.

“Siamo partiti dall’idea – spiega Anna Giovannini del Victoria Language & Culture – di creare la magia del viaggio per uscire dalle mura della scuola con l’intenzione di implementare l’insegnamento dell’inglese oggi complicato dall’uso della mascherina”.

In presenza a scuola la classe ogni settimana si collegava attraverso la lavagna interattiva multimediale con Carmen Castelli del Victoria che, simulando di essere dall’altra parte del mondo, ha condotto gli alunni alla scoperta dell’Australia travolgendoli con la sua simpatia. “Dalla sua valigia trolley è uscito di tutto a partire dal costume da bagno e dall’abbigliamento tipicamente estivo perché l’anno solare è al contrario. Il momento più significativo era quello del racconto in inglese per conoscere gli animali, la popolazione aborigena, le tradizioni illustrati dall’album fotografico di Carmen e da video con animali reali che lasciavano i bambini incantati”.

In Australia le seconde classi della scuola Collodi ci sono finite davvero durante i collegamenti con Rebecca Bencivenni, carpigiana di 20 anni che vive a Perth dove sta studiando alla Western Australian Academy of Performing Arts (WAAPA). Con lei hanno fatto un pic-nic a Kings Park e da lei hanno imparato la Kukaburra song che ora non smettono più di cantare in un inglese perfetto, così come conoscono la differenza tra wallaby e wombat e che cos’è il didgeridoo. Grazie a Carmen e a Rebecca un mondo tanto lontano e così diverso ora è più vicino.

“Per i bambini è stato un volo ideale con persone reali e progressivamente hanno interagito sempre di più partecipando a giochi e danze, mimando gli animali e acquisendo maggior dimestichezza con la lingua inglese sulla base del learning by doing”.

Poi Carmen è ‘rientrata’ dall’Australia e quando è arrivata in classe con il suo trolley i bambini sono rimasti a bocca aperta ma poi sono esplosi in una danza aborigena.

“Sono stati i genitori – aggiunge Rossella Cestari, insegnante – che ci hanno permesso di realizzare questo progetto a cui sono state destinate le risorse del regalo di Santa Lucia. Sono sparite le mura della classe e ci siamo immersi in un mondo sconosciuto e totalmente diverso come quello australiano scoprendone la natura, la popolazione e le tradizioni dialogando in inglese. La routine, che abbiamo definito per questo momento di incontro, ha permesso loro di acquisire progressivamente tanta sicurezza. È stata arricchita l’esperienza di relazione e si sono sganciati dai banchi per gli esercizi di psicomotricità attraverso le danze. Hanno bisogno di abbandonare quella dimensione sospesa a cui li ha costretti la pandemia per riavvicinarsi attraverso attività ricreative sempre nel rispetto delle regole”.

“Non dimentichiamo – conclude Valentina Lodi, docente di potenziamento – che è stato un progetto inclusivo perché quei bambini che hanno qualche difficoltà hanno espresso il meglio di sé attraverso modalità diverse di apprendimento dal movimento al canto, dal disegno al video in inglese. Gli alunni che hanno qualche difficoltà con la lingua italiana nell’affrontare la lingua inglese si ritrovano allo stesso punto di partenza e hanno avuto la loro chance”.

Il Victoria Language & Culture, conosciuto a Carpi per l’organizzazione degli scambi culturali e per l’organizzazione degli stage degli studenti americani presso le nostre scuole, farà tesoro di questa esperienza per riproporla nell’ambito delle proprie attività a partire dagli English Summer Camp che organizza alle Collodi.

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