Sabato 1° maggio riapre al pubblico la mostra Arnaldo Pomodoro. {sur}face, curata da Lorenzo Respi presso il Castello Campori di Soliera. L’accesso agli spazi museali sarà garantito di sabato e domenica con orario 9.30-13 e 15.30-19.30, previa prenotazione obbligatoria della propria visita all’indirizzo che si trova sul portale www.evenbrite.it (il link è https://www.eventbrite.it/o/fondazione-campori-30377037132).
Grazie alla disponibilità della Fondazione Arnaldo Pomodoro, che ha prorogato il prestito delle opere in esposizione, la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 27 giugno 2021, consentendo ai visitatori di approfondire la conoscenza di un protagonista indiscusso della scultura italiana e internazionale.
La finalità del progetto – come si evince dal titolo stesso, che nasce da un gioco di parole fra il termine “superficie” (surface) e il termine “volto” (face) – è quella di raccontare un aspetto inedito dell’arte di Arnaldo Pomodoro, l’uomo prima dell’opera, attraverso un percorso che affonda le proprie radici nelle esperienze teatrali iniziate sin dagli anni Cinquanta, luogo di ricerca e di grande libertà creativa, passando per l’Obelisco per Cleopatra e le sculture degli anni Duemila, fino al bozzetto in bronzo dell’opera ambientale Ingresso nel labirinto (1995-2011) che, come scrive l’artista, è una riflessione su tutto il suo lavoro: il gesto di riappropriazione e di recupero di un’attività artistica che ha attraversato i decenni della sua vita e ne costituisce una sorta di sintesi.
In occasione del vernissage, nella piazza antistante il Castello è stato installato l’Obelisco per Cleopatra, opera monumentale divenuta rapidamente parte integrante del contesto urbano. Concesso in comodato d’uso gratuito al Comune di Soliera per tre anni, l’Obelisco è un’opera di quattordici metri, progettata nel 1989 in riferimento alla messinscena della Cleopatra di Ahmad Shawqi sui ruderi di Gibellina e realizzata nel 2008 in acciaio corten e bronzo. Le quattro facce verticali presentano una serie di segni emblematici e simbolici che rimandano ai geroglifici egizi e al segno informale. La diversità cromatica tra il fusto in corten arrugginito e gli inserti in bronzo patinato conferiscono solennità all’opera che connota profondamente lo spazio pubblico in cui è installata.
Per informazioni: Fondazione Campori (059.568580, info@fondazionecampori.it, www.fondazionecampori.it, www.solieracastelloarte.it).